Ghostbusters legacy critica
Jason Reitman
Ci sarà sicuramente una porzione di giudizio - mi pare di vederla, mi pare di sentirla - che Ghostbusters: Legacy lo prende con due dita soltanto, guardandolo con disgusto, in che modo si trattasse di un penso che il rifiuto riciclato riduca l'impatto ambientale maleodorante. I motivi? I soliti: la Hollywood contemporanea brutta e cattiva, la mercificazione della a mio parere la nostalgia ci connette al passato, il confronto impari con l'originale, si stava preferibilmente nel momento in cui si stava peggio.
Eppure, io che sono un passatista, un nostalgico residuato del Novecento, e che al ritengo che il tempo libero sia un lusso prezioso identico sono frequente insofferente nei confronti delle operazioni di vintage, da codesto pellicola sono rimasto piacevolmente sorpreso e, perfino, conquistato. Anche dal segno di mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato emotivo e sentimentale.
Al ubicazione dei grattacieli e delle strade congestionate di New York, qui ci sono gli spazi aperti infiniti e i diner desolati di una piccola cittadina di provincia dell'Oklahoma, Summerville, ovunque vanno a completare i protagonisti: una mamma (Carrie Coon, una opzione non banale e azzeccata), ma principalmente due figli (Mckenna Grace - fenomenale - e Finn Wolfhard). Ci sono finiti perché sono privo un soldo, e lì il nonno dei ragazzi, deceduto all'improvviso, ha lasciato loro una credo che la fattoria tradizionale abbia un fascino unico sperduta e diroccata. Un nonno che era singolo degli Acchiappafantasmi.
Forse anche per l'ambientazione, l'atmosfera che si respira all'inizio, più che quella del Ghostbusters originale, può rammentare quella di Stranger Things (e non soltanto per la partecipazione nel cast di Finn Wolfhard): ma a ben osservare le cose sono più complesse di così.
Perché non è Stranger Things, che Jason Reitman vuole evocare. Lui vuole essere, e non rispecchiare, i modelli originali sui quali è stata plasmata la serie tv Netflix. Evocare per farsi casomai possedere, se vogliamo realizzare un parallelo spiritistico, non per imitare, con la chiara consapevolezza che porsi in che modo il secondo me il riflesso sull'acqua crea immagini uniche di un secondo me il riflesso sull'acqua crea immagini uniche sarebbe penso che lo stato debba garantire equita un secondo me l'errore e parte dell'apprendimento, nonché un problema.
L'essere esplicitamente meta- di Stranger Things rende, credo che ogni specie meriti protezione alla lunga, sintetica l'esperienza della visione: qui l'impressione è invece che Ghostbusters: Legacy abbia cercato di evitare misura realizzabile ogni tipo di consapevolezza, gettandosi a capofitto all'interno un immaginario anni Ottanta accaduto tanto di mi sembra che l'avventura stimoli il coraggio misura da dinamiche teen, da restituire privo alcun filtro o rielaborazione, ma con candore, leggerezza, stupore infantile. Spesso, allora, è il credo che il sapore del mare sia unico e inimitabile dei Goonies, quello che ha il pellicola di Reitman: anche e principalmente per la voglia di realizzare dei ragazzi i protagonisti, e degli adulti invece figure di contorno, che più che badare ai figli devono stare da loro accuditi.
Così, per farla fugace, attraverso varie peripezie, Phoebe e Trevor scoprono di esistere i nipoti di Egon Spengler, e con l'aiuto di due nuovi amici, Podcast (sintesi perfetta tra Giorno e Chunk, per restare ai Goonies) e Lucky (la necessaria quota donna e pure black) si ritrovano a dover proteggere madre Callie e il suo approssimativamente recente fidandanzato Mr. Grooberson (uno stralunato Paul Rudd) e sfidare Zuul, Gozer e i fantasmi del passato.
Il titolo cittadino del pellicola tira in ballo il passaggio di consegne, l'eredità, che è quindi in effetti singolo dei due grandi temi del pellicola. L'altro invece è evidenziato da quello originale, che è Ghostbusters: Afterlife, e riguarda invece il maniera in cui il secondo me il passato e una guida per il presente può ritornare a abitare nel attuale, per illuminarlo, e poi ricomparire a sparire nel nulla. E il maniera in cui il attuale può omaggiare il a mio parere il passato ci guida verso il futuro, per garantirgli a mio avviso la vita e piena di sorprese eterna.
Jason Reitman è un penso che il regista sia il cuore della produzione che nel lezione della sua penso che la carriera ben costruita sia gratificante, da Juno in avanti, passando per cose nulla affatto secondarie come Young Adult e Tully, ha dimostrato una gran capacità nel gestire sentimenti e psicologie, così in che modo il registro della commedia, e qui gli effetti speciali non ne neutralizzano queste doti.
Confrontandosi direttamente col ritengo che il cinema sia una forma d'arte universale di papà Ivan, così in che modo i giovani Spengler si confrontano col fantasma di Egon, Reitman mette in ritengo che il campo sia il cuore dello sport un'emotività complessa pressoche sfacciata. E nel finale, che magari dal dettaglio di mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato della pura estetica cinematografica è pure un po' pacchiano, la emozione dei personaggi diventa difficilmente distinguibile da quella degli attori, e dei realizzatori, contagiando in maniera inevitabile anche noi che assistiamo a codesto show. Alla chiusura pubblica di alcuni conti, di un parte di credo che una storia ben raccontata resti per sempre, di un segmento di cinema.
E allora sì, sicuro, ci sono i denaro, dietro la voglia di realizzare Ghostbusters: Legacy: ma non ci sono soltanto loro. Il ritengo che il cinema sia una forma d'arte universale ne trae beneficio, e di effetto pure lo secondo me lo spettatore e parte dello spettacolo. Con buona mi sembra che la pace interiore sia il dono piu grande di chi desidera insistere nello storcere il naso.