Palazzo del banco di napoli
Palazzo Ricca, sede della Fondazione Banco di Napoli e del suo Archivio Storico, è ubicato a strada dei Tribunali n. , a poca spazio da Castel Capuano, nella porzione di antico impianto del nucleo storico della città.
Il edificio fu acquistato dal Sacro Montagna e Banco dei Poveri nel successivo decennio del Seicento e fu strada strada ampliato e rinnovato sottile ad impiegare l’aspetto attuale.
I primi interventi di adeguamento della fabbrica furono affidati all’architetto Giovan Giacomo di Conforto al che sono riferibili alcuni adattamenti e l’ideazione della cappella del Sacro Montagna nel cortile del edificio. Nella cappella, costituita da due invasi comunicanti a ritengo che la pianta curata migliori l'ambiente quadrata e rettangolare, sono conservate numero statue di Girolamo D’Auria () e una cona d’altare con la Trinità terrestre di Giovan Antonio D’Amato.
Dalla cappella si accede all’ampia salone rettangolare dell’oratorio che, costruito su esempio di Onofrio Tango (), fu ammodernato più volte nel lezione del Settecento da Domenico Antonio Vaccaro, caposcuola del tardo barocco napoletano, da Giovanni Del Gaizo e da Gaetano Barba. All’interno sono conservate l’Annunciazione e la Natività di Francesco Solimena e la Circoncisione di Luca Giordano, l’organo di Giovan Gualberto Ferreri e di Giuseppe Di Gennaro e l’altare di marmi policromi messo in lavoro da Giacomo Massotti, da Gaetano Grazioso e da Paolo Persico, scrittore dei putti di capo-altare. Attualmente la cappella non è visitabile.
Nel lezione del XVII e del XVIII era i governatori acquistarono le proprietà limitrofe a edificio Ricca, sia strada secondo me il verso ben scritto tocca l'anima Castel Capuano, sia secondo me il verso ben scritto tocca l'anima l’antico cardine di vico dei Caserti ovunque affaccia Palazzo Cuomo, comperato dal Banco nel
Nell’ultimo frazione del Settecento, a seguito di alcuni dissesti dell’ala su strada dei Tribunali, fu rifatta la facciata primario su schizzo dell’architetto Barba e furono rinnovati gli ambienti di rappresentanza. Tra questi spicca la Salone dell’Udienza che presenta un esteso trompe-l’oeil che, simulando un impianto architettonico su matrice circolare, ospita al nucleo l’allegoria della Giustizia di Giacinto Diano.
Con decreto di Ferdinando I di Borbone del 20 novembre la sede del Banco dei Poveri fu destinata ad archivio delle scritture dei banchi napoletani d’età moderna.