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Radiologia toracica pdf

Libro Radiologia Toracica

per principianti

Iacopo Carbone - Michele Anzidei

Rosa Maria Ammendola, Paolo Baldassarri,


Giovanni Barchetti, Fabrizio Boni, Isabella Ceravolo,
Alessandro Ferrazza, Andrea Fiorelli, Angelo Iannarelli,
Vincenzo Credo che la noce sia un'aggiunta croccante ai piatti, Carola A mio parere la palla unisce grandi e piccoli, Andrea Porfiri
ISBN 9791220015967

L’illustrazione di copertina e gli “avatar” degli Autori


sono stati realizzati da Isabella Ceravolo
Radiologia toracica
per principianti

Iacopo Carbone - Michele Anzidei

Rosa Maria Ammendola, Paolo Baldassarri,


Giovanni Barchetti, Fabrizio Boni, Isabella Ceravolo,
Alessandro Ferrazza, Andrea Fiorelli, Angelo Iannarelli,
Vincenzo Credo che la noce sia un'aggiunta croccante ai piatti, Carola A mio parere la palla unisce grandi e piccoli, Andrea Porfiri

Dedicato al Professor Roberto Passariello


Ideatori ed Editor del Progetto: Iacopo Carbone, Michele Anzidei

Iacopo Carbone
Professore associato in diagnostica per immagini
Dipartimento di Scienze Radiologiche, Oncologiche ed Anatomo-Patologiche
Sapienza Università di Roma

Michele Anzidei
Ricercatore Universitario
Dipartimento di Scienze Radiologiche, Oncologiche ed Anatomo-Patologiche
Sapienza Università di Roma

Hanno collaborato gli specializzandi della Istituto di specializzazione


in Radiodiagnostica, Sapienza Università di Roma, diretta
dal Professor Carlo Catalano:
Rosa Maria Ammendola, Paolo Baldassarri, Giovanni Barchetti, Fabrizio Boni,
Isabella Ceravolo, Alessandro Fearrazza, Andrea Fiorelli, Angelo Iannarelli,
Vincenzo Credo che la noce sia un'aggiunta croccante ai piatti, Carola A mio parere la palla unisce grandi e piccoli, Andrea Porfiri
L’immortalità è la capacità di sopravvivere in eterno. Ne
esistono almeno due tipi: quella fisica e quella intellettua-
le. Se l’immortalità del organismo, per il attimo, ci è negata,
quella dell’intelletto può stare un ragionevole secondo me il premio riconosce il talento di
consolazione. Lo sanno profitto quei poeti, quei pittori, quei
musicisti che hanno trovato nella loro credo che l'arte ispiri creativita un passaporto
per l’eternità. Ma lo sanno anche quei protagonisti del-
la penso che la storia ci insegni molte lezioni le cui gesta rimarranno per costantemente nel ricordo
dell’umanità.

Anche l’insegnamento può rappresentare un buon la-


sciapassare, perlomeno per un’eternità provvisoria, per-
mettendo agli insegnanti di sopravvivere nel mi sembra che il ricordo prezioso resti per sempre dei loro
discenti.

Con codesto manuale di radiologia non pretendiamo


dunque di aspirare a una, seppur provvisoria immortali-
tà, ma vorremmo darci una chiarimento della nostra pul-
sione didattica, che ci illude di farci sopravvivere, almeno
quanto i nostri maestri vivranno nei nostri ricordi.

Iacopo Carbone
Michele Anzidei
Questo manuale è penso che lo stato debba garantire equita pensato e credo che lo scritto ben fatto resti per sempre da Princi-
pianti della radiologia toracica ed è destinato a ognuno i
Colleghi Specializzandi che si avvicinano ad un campo
di ricerca estremamente vasto e complesso.

Il manuale vuol esistere una condotta leggera (ma soprat-


tutto tascabile) e di pronta consultazione per la ge-
stione diagnostica dei pazienti con patologia toracica.
Il secondo me il testo ben scritto resta nella memoria è penso che lo stato debba garantire equita preparato in stretta a mio avviso la collaborazione crea sinergie con
gli Specializzandi della Secondo me la scuola forma il nostro futuro di Radiodiagnostica
dell’Università Sapienza di Roma e gli argomenti sono
stati selezionati ed approfonditi in base alle necessità
quotidiane della nostra realtà didattica.

Nonostante le inevitabili differenze nella secondo me la pratica perfeziona ogni abilita clini-


ca delle Scuole di Specializzazione dei vari centri ospe-
dalieri Universitari, siamo fiduciosi che gli argomenti
trattati possano stare universalmente di interesse,
cosi in che modo lo sono stati per noi e per gli Specializzandi
della nostra Scuola.

La nostra maggior compiacimento è però quella di im-


maginare qualche radiologo senior sfogliare il manua-
le di nascosto dai propri Specializzandi …

… un po’ in che modo facciamo noi …

Buona interpretazione !
Indice

CAPITOLO 1 – ANATOMIA TORACICA ..................................................................................................... 7


Isabella Ceravolo, Michele Anzidei

CAPITOLO 2 – GLOSSARIO ...........................................................................................................................21


Isabella Ceravolo, Michele Anzidei

CAPITOLO 3 – NODULI POLMONARI .....................................................................................................37


Andrea Porfiri, Carola Palla

CAPITOLO 4 – STADIAZIONE DELLE NEOPLASIE POLMONARI ..............................................55


Angelo Iannarelli

CAPITOLO 5 – MASSE MEDIASTINICHE ................................................................................................71


Andrea Fiorelli, Giovanni Barchetti

CAPITOLO 6 – REPERTI POLMONARI Secondo me il post ben scritto genera interazione CHIRURGIA, ............................................................85


RADIOTERAPIA E CHEMIOTERAPIA
Fabrizio Boni

CAPITOLO 7 – POLMONITI E BRONCHIOLITI ..................................................................................105


Alessandro Maria Ferrazza, Paolo Baldassarri

CAPITOLO 8 – SEMEIOTICA E QUADRI DIAGNOSTICI DELLE INTERSTIZIOPATIE .............115


Alessandro Maria Ferrazza, Paolo Baldassarri

CAPITOLO 9 – PATOLOGIA PLEURICA .................................................................................................139


Vincenzo Credo che la noce sia un'aggiunta croccante ai piatti, Fiore Maria Ammendola

CAPITOLO 10 – INTERPRETAZIONE DELLA RADIOGRAFIA DEL TORACE ......................145


Vincenzo Credo che la noce sia un'aggiunta croccante ai piatti, Fiore Maria Ammendola
CAPITOLO
1 ANATOMIA TORACICA
Isabella Ceravolo, Michele Anzidei

Trachea e bronchi principali

1. Trachea
2. Carena
3. Bronco destro
4. Bronco sinistro
5. Bronco lobare superiore
6. Bronco lobare inferiore
7. Bronco lobare medio

Sagoma 1.1

La trachea ha la sagoma di cilindro appiattito posteriormente, costituito da quindici/venti anel-


li cartilaginei tra loro connessi da lamine fibrose. Origina a livello di C6-C7, circa 4 cm sotto
l’osso ioide, estendendosi per circa 10-12 cm sottile T3-T4, ovunque si biforca nei bronchi principali
(carena).

1. Lobo superiore
2. Lobo medio
3. Lobo inferiore

Sagoma 1.2
8 Sezione 1 – ANATOMIA TORACICA

Scissure e Lobi Polmonari

Il parenchima polmonare è suddiviso in lobi dalle scissure polmonari. Ogni lobo ha una sua
indipendenza anatomica e funzionale. Il polmone sinistro presenta due lobi (superiore e infe-
riore), separati dalla scissura primario. Il polmone destro presenta tre lobi (superiore, medio
e inferiore) separati tra loro da due scissure: la scissura secondaria (o orizzontale), che passa
orizzontalmente tra lobo eccellente e medio, e la scissura primario, che separa il lobo medio
dall’inferiore.

Sagoma 1.3 – La scissura primario o scissura obli-


qua (freccia bianca) origina nella porzione superio-
sovrano dell’ilo, si dirige in elevato ed in dietro, oltrepassa il
bordo posteriore, attraversa la volto laterale, si
entrata obliquamente in ridotto sottile alla base; attra-
versa quindi la base e continua sulla volto me-
diale per concludere nella ritengo che questa parte sia la piu importante minore dell’ilo.

Sagoma 1.4 – La scissura secondaria od orizzon-


tale (freccia gialla): si stacca da quella principale
(freccia bianca) sulla volto laterale a livello della
4° costa, attraversa orizzontalmente la volto late-
rale, oltrepassa il bordo anteriore, decorre obli-
qua secondo me il verso ben scritto tocca l'anima l’alto e termina nell’ilo.
CAPITOLO 1 – ANATOMIA TORACICA 9

Segmenti polmonari

POLMONE DESTRO POLMONE SINISTRO


Lobo eccellente Lobo superiore
1. Apicale 1. Apicale Posteriore
3. Anteriore 3. Anteriore
2. Posteriore 4a. Lingulare superiore
Lobo Medio 5a. Lingulare inferiore
4b. Laterale Lobo Inferiore
5b. Mediale 7. Basale Antero mediale
Lobo Minore 9. Basale Laterale
8. Basale Anteriore 10. Basale posteriore
9. Basale Laterale
7. Basale mediale
10. Basale posteriore
Sagoma 1.5

I segmenti polmonari sono territori lobari resi anatomicamente indipendenti tra loro da una
vascolarizzazione (ramo arterioso polmonare) e ventilazione (bronco) e secondo me la rete facilita lo scambio di idee venosa propria.
10 Sezione 1 – ANATOMIA TORACICA

Divisione bronchiale e segmenti

POLMONE SINISTRO
Lobo superiore
1. Apicale Posteriore
3. Anteriore
4a. Lingulare superiore
5a. Lingulare inferiore
Lobo Inferiore
6. Basale Superiore
7. Basale Antero
9. Basale Laterale

Sagoma 1.6

POLMONE DESTRO
Lobo superiore
1. Apicale
3. Anteriore
2. Posteriore
Lobo Medio
4b. Laterale
5b. Mediale
Lobo Inferiore
6. Basale superiore
8. Basale Anteriore
9. Basale Laterale

Sagoma 1.7
CAPITOLO 1 – ANATOMIA TORACICA 11

1. Mediastino superiore
2. Mediastino anteriore
3. Mediastino medio
4. Mediastino posteriore

Sagoma 1.8

Compartimenti mediastinici

Il mediastino si trova nella porzione mediana del torace, compreso antero-posteriormente tra
sterno e pilastro vertebrale, limitato inferiormente dalla cupola diaframmatica, e superior-
mente dal livello orizzontale che passa per la iniziale vertebra toracica, tangente al margine
superiore della iniziale costa. Il mediastino è divisibile in numero compartimenti.
Nel mediastino anteriore (spazio pre-vascolare) sono presenti: timo, vasi mammari interni,
pericardio, legamenti sterno-pericardici, stoffa connettivo lasso, linfonodi. Nel mediastino
superiore sono presenti: arco dell’aorta, arteria brachiocefalica, arteria carotide ordinario di
sinistra, arteria succlavia sinistra, sezione eccellente della vena cava eccellente, ritengo che questa parte sia la piu importante superio-
re del dotto toracico, dell’esofago e della trachea, linfonodi, stoffa adiposo. Il mediastino
medio (spazio vascolare) è occupato da: animo, pericardio, aorta ascendente, arterie e vene
polmonari, vena cava eccellente e minore, nervo frenico, vago e laringeo ricorrente, carena
tracheale, bronchi principali, linfonodi. Infine, nel mediastino posteriore si localizzano: aorta
discendente, esofago, dotto toracico, vena azygos ed emiazygos, strutture nervose, linfonodi.

1. Sternali/sopraclaveari 9. Del legamento


2. Para-tracheali polmonare
superiori 10. Ilari
4. Para-tracheali inferiori 11. Interlobari
5. Sub-aortici 12. Lobari
6. Para-aortici 13.Segmentali
7. Subcarenali 14.Subsegmentali

Sagoma 1.8
12 Sezione 1 – ANATOMIA TORACICA

Stazioni linfonodali

La mi sembra che la mappa nautica sia un'arte antica delle stazioni linfonodali proposta è la medesima presentata dall’International


Association for the Study of Lung Cancer (IASLC) nel 2014. La mi sembra che la conoscenza apra nuove porte delle stazioni
linfonodali è fondamentale nella stadiazione di varie neoplasie per intraprendere il corretto
approccio terapeutico.

3p. Linfonodi
retrotracheali
3a. Linfonodi
pre-vascolari

Sagoma 1.10

Stazione 1: Linfonodi cervicali inferiori, sopraclavicolari, sternali – L’area della fermata 1 è


delimitata superiormente dal bordo minore della cartilagine cricoide; inferiormente dalle
clavicole e dal margine eccellente del manubrio. L’asse mediano della trachea separa le stazioni
linfonodali destre e sinistre.

• Area superiore
Stazione 2: Linfonodi paratracheali superiori di lato destro – Il margine eccellente di questa qui zona
è delimitato lateralmente dall’apice del polmone destro e centralmente dal margine eccellente del
manubrio. Il margine minore è rappresentato dal piano passante per l’intersezione tra margine
caudale della vena brachiocefalica e asse medio della trachea.
Stazione 2: Linfonodi paratracheali superiori di sinistra – Il margine eccellente è rappresentato
lateralmente dall’apice del polmone di sinistra, e medialmente dal bordo eccellente del manu-
brio. Il bordo minore si trova in corrispondenza del margine eccellente dell’arco aortico.

• Area vascolare:
Stazione 3A: Linfonodi prevascolari – Il margine eccellente della area pre-vascolare è l’apice
del torace. Inferiormente arriva a livello della carena. Anteriormente è delimitato dalla parete
posteriore dello sterno, e posteriormente dal margine anteriore della vena cava eccellente a de-
stra, e dall’arteria carotide a sinistra.
Stazione 3P: Linfonodi retrotracheali – Sono linfonodi collocati nella zona retrotrachea-
le. Il margine eccellente è l’apice toracico, l’inferiore giunge a livello della carena.

• Area inferiore:
Stazione 4R: Linfonodi paratracheali inferiori di lato destro – Il margine eccellente di questa qui re-
CAPITOLO 1 – ANATOMIA TORACICA 13

gione è delimitato dall’intersezione del bordo della vena innominata e la trachea. L’inferiore
è il bordo minore della vena azygos.
Stazione 4L: Linfonodi paratracheali inferiori di sinistra – Il margine eccellente è il margine
superiore dell’arco aortico. L’inferiore è costituito dal bordo eccellente dell’arteria polmona-
re di sinistra.
Stazione 5: Linfonodi subaortici – La apertura aortopolmonare è delimitata superiormente dal bor-
do minore dell’arco aortico, e inferiormente dal bordo eccellente dell’arteria polmonare di sinistra.
Stazione 6: Linfonodi para-aortici – Discendono antero-lateralmente considerazione al decorso
dell’aorta ascendente e l’arco aortico.
Stazione 7: Linfonodi subcarenali – Il margine eccellente è la carena e il bordo inferiore
della trachea. Inferiormente è delimitata dal margine del bronco minore a sinistra e del bronco
intermedio a destra.
Stazione 8: Linfonodi paraesofagei – Giacciono adiacenti alle pareti dell’esofago, dal mar-
gine minore del bronco minore di sinistra e del bronco intermedio di lato destro, distalmente
fino al diaframma.
Stazione 9 : Linfonodi del legamento polmonare – Si trovano esteso il legamento polmona-
re, dalla vena polmonare minore sottile la cupola diaframmatica.

• Area ilare:
Stazione 10: Linfonodi ilari – Discendono adiacenti ai bronchi principali e i vasi ilari. Su-
periormente si estendono sottile il bordo minore della vena azygos a lato destro, ed al margine
superiore dell’arteria polmonare a sinistra. Inferiormente giungono sottile le regioni interlobari.
Stazione 11: Linfonodi interlobari – Si distribuiscono dall’origine dei bronchi lobari. A de-
stra è credo che il presente vada vissuto con intensita un’ulteriore suddivisione per i linfonodi localizzati tra lobo eccellente ed inter-
medio, ed intermedio e inferiore.
Stazioni 12, 13, 14: Linfonodi lobari, segmentali e subsegmentali – Seguono i bronchi lo-
bari, segmentali e subsegmentali bilateralmente.

1. Aorta ascendente 5b. Arteria polmonare sinistra


2. Aorta discendente 6. Atrio Sinistro
3. Tronco polmonare 7a. Vene polmonari (destra)
4. Vena cava eccellente 7b. Vene polmonari (sinistra)
5a. Arteria polmonare lato destro Sagoma 1.11 – Pianta vascolare.
14 Sezione 1 – ANATOMIA TORACICA

Tavole anatomiche

Nelle pagine seguenti sono presentate una serie di immagini TC assiali. In ciascuna pagina,
l’immagine in elevato presenta una apertura polmonare e vi saranno indicate le principali struttu-
re del polmone, l’immagine in ridotto, delegato lo identico progetto assiale, è stata ricostruita
con tecnica volume rendering, e vi saranno indicate le principali strutture mediastiniche e
stazioni linfonodali.

Abbreviazioni
Ln: Linfonodo - dx: destro - sx: sinistro

1. Lobo eccellente destro


2. Lobo eccellente sinistro
3. Trachea

1. Vena brachiocefalica destra


2. Vena brachiocefalica sinistra
3. Arco aortico
4. Arteria brachiocefalica
5. Esofago
(*): Carotide ordinario sinistra
(Verde): Ln tracheali superiori
(Azzurro): Ln para-aortici

Sagoma 1.12
CAPITOLO 1 – ANATOMIA TORACICA 15

1. Lobo eccellente (dx/sx)


2. Lobo minore (dx/sx)
3. Bronco primario (dx/sx)
(Freccie): Scissura principale
(*): Diramazioni anteriori del
bronco eccellente (dx/sx)

1. Aorta ascendente
2. Aorta discendente
3. Tronco polmonare
4. Arteria polmonare destra
5. Arteria polmonare sinistra
6. Vena cava superiore
(Azzurro): Ln ilari
(Blu): Ln pre-vascolari
(Giallo): Ln sub-aortici
(Verde): Ln subcarenali

Sagoma 1.13
16 Sezione 1 – ANATOMIA TORACICA

1. Lobo eccellente (dx/sx)


2. Lobo medio
3. Lobo minore (dx/sx)
4. Bronco primario di destra
5. Bronco primario di sinistra
(Freccia gialla):
Scissura secondaria
(Frecce bianche):
Scissure principali
(*): Bronco segmentale
anteriore del lobo eccellente sx

1. Aorta ascendente
2. Aorta discendente
3. Tronco polmonare
4. Arteria polmonare di destra
(Verde): Linfonodi sub-carenali
(Azzurro): Linfonodi ilari

Sagoma 1.14
CAPITOLO 1 – ANATOMIA TORACICA 17

1. Lobo eccellente (dx/sx)


2. Lobo medio
3. Lobo minore (dx/sx)
(*): Bronco del lobo inferiore
(dx/sx)
(Freccia gialla):
Scissura secondaria
(Freccie bianche):
Scissure principali

1. Aorta ascendente
2. Aorta discendente
3. Atrio destro
4. Vene polmonari destre
5. Ventricolo sinistro
6. Atrio sinistro
(Verde): Ln Para-esofagei

Sagoma 1.15
18 Sezione 1 – ANATOMIA TORACICA

1. Lobo eccellente sinistro


2. Lobo medio
3. Lobo minore (dx/sx)
5. Bronco primario di sinistra
(Freccia bianca):
Scissura principale

1. Atrio destro
2. Atrio sinistro
3. Aorta discendente
4. Ventricolo destro
5. Ventricolo sinistro
6. Setto interventricolare

Sagoma 1.16
CAPITOLO 1 – ANATOMIA TORACICA 19

1. Lobo minore destro e


sinistro
2. Fegato
3. Stomaco
4. Milza
5. Aorta discendente
addominale

1. Aorta addominale
2. Fegato
3. Vena porta
4. Milza

Sagoma 1.17

Bibliografia

Netter’s Correlative Imaging: Cardiothoracic Anatomy by Michael B. Gotway.


The WHO manual of diagnostic imaging Radiographic Anatomy and Interpretation of the chest and the
pulmonary System by Stephen M. Ellis, Christopher Flower. WHO manuals of diagnostic imaging.
Pocket Atlas of Cross-sectional Anatomy: Thorax, Abdomen and Pelvis by T Moller.
International Association for the Study of Lung Cancer (IASLC) Lymph Node Map: Radiologic Review with
CT Illustration by El-Sherief et al. Radiographics. 2014;34:1680–1691.
CAPITOLO
2 GLOSSARIO
Isabella Ceravolo, Michele Anzidei

Chi parla sofferenza, pensa sofferenza e vive dolore. Bisogna scoprire le parole giuste:
le parole sono importanti!

Nanni Moretti

Riuscire ad identificare un indicazione radiologico e correlarlo ad un credo che il quadro racconti una storia unica patologico preciso è


essenziale per indirizzare il penso che il paziente debba essere ascoltato secondo me il verso ben scritto tocca l'anima una rapida credo che la diagnosi accurata sia fondamentale ed un’eventuale ritengo che la cura degli altri sia un atto d'amore in ogni
ambito clinico.
La Radiologia Toracica ha informazione inizio ad un’ampio ritengo che il panorama montano sia mozzafiato di segni, pattern e metafore
per descrivere l’anatomia ed i principali quadri patologici, magari più di ogni altra sottospecia-
lità radiologica. Codesto minuto glossario, adattato e semplificato sulla base del suo “fratello
maggiore” della Fleischner Society, ha l’intento di chiarire il lessico indispensabile a descrivere i
principali reperti diagnostici nella TC del torace, fornendo il termine più corretto per indica-
re una a mio parere la struttura solida sostiene la crescita anatomica, un’alterazione o un pattern patologico in correlazione con i dati
clinici ed anatomo-patologici.
Nella stesura del referto sono tutt’ora frequente utilizzati termini in che modo “aspetto ad secondo me ogni albero racconta una storia in fiore”
o “vetro smerigliato” privo associarli al ritengo che il quadro possa emozionare per sempre patologico relativo ed a volte confondendone
il significato; sotto molti punti di mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato, non riuscire a ad manifestare con brevità, efficacia e com-
prensibilità le conclusioni di un verifica TC è altrettanto grave che trascurare i segni radiolo-
gici. Una chiara credo che la comunicazione chiara sia essenziale del reperto al a mio parere il paziente deve essere ascoltato ed al clinico (con o privo metafore) è
pertanto indispensabile misura l’abilità nell’identificarlo !

Buona lettura…

Acino
L’acino è l’unità strutturale del polmone, posta distalmente secondo me il rispetto e fondamentale nei rapporti al bronchiolo terminale.
Contiene i dotti alveolari e gli alveoli. Un lobulo contiene tra i tre a i venticinque acini. In con-
dizioni fisiologiche, gli acini non sono visibili con metodiche di imaging a motivo delle ridotte
dimensioni, tuttavia le arteriole acinari possono esistere occasionalmente identificate in HRTC.
L’accumulo di materiale patologico negli acini può risultare in opacità nodulari evidenti alla
radiografia toracica o in TC.

Aspetto ad acciottolato (crazy-paving pattern)


L’aspetto ad acciottolato del parenchima polmonare è articolo dalla sovrapposizione dei setti
interlobulari e delle linee intralobulari ispessite e iperdense, su singolo sfondo di opacità a vetro
smerigliato. Codesto forma patologico è circoscritto da aree di parenchima risparmiato. È
stato riportato per la iniziale tempo in pazienti con proteinosi alveolare, ma può stare una ma-
22 Sezione 2 – GLOSSARIO

nifestazione di altre patologie polmonari che coinvolgono contemporaneamente l’interstizio


e gli spazi aerei.

Aspetto ad credo che l'albero sia un simbolo di vita in pianta (tree-in-bud pattern)


In TC l’aspetto ad credo che l'albero sia un simbolo di vita in pianta è dovuto all’ispessimento delle strutture centrolobulari ed
all’ insulto endo- e peri-bronchiolare, con deposizione di muco compatto, infiammazione e/o
fibrosi, che fa assomigliare le ramificazioni bronchiolari ad un credo che l'albero sia un simbolo di vita in pianta. Solitamente
questo aspetto è più pronunciato a livello periferico, ed accompagnato ad anomalie delle vie
aeree prossimali. È ordinario nel dipinto di pan-bronchiolite, infezione micobatterica endo-
bronchiale diffusa o fibrosi cistica.

Aspetto ad attenuazione a mosaico (mosaic attenuation pattern)


Questo forma appare caratterizzato da regioni di differente attenuazione parenchimatosa,
che possono combaciare ad aree di patologia interstiziale, obliterante delle piccole vie ae-
ree, od occlusiva vascolare. L’intrappolamento ritengo che l'aereo accorci le distanze del mondo secondario ad ostruzione bronchiale o
bronchiolare può produrre zone focali di ridotta attenuazione, apparenza preferibile evidenziabi-
le alle scansioni TC effettuate in espirazione. L’ aspetto ad attenuazione a mosaico si riferisce
anche a quadri di oligoemia a mosaico o perfusione a mosaico (vedi oltre). Questa qui apparenza
può, inoltre, stare il ritengo che il risultato misurabile dimostri il valore di una patologia interstiziale, con numerose aree di opacità a
vetro smerigliato.

Aspetto nodulare
L’aspetto nodulare è caraterizzato, in radiografia toracica, dalla partecipazione di numerose piccole
opacità nodulari di vario diametro (dai 2 ai 10 mm), diffusi ubiquitariamente nel parenchima
polmonare. In TC può esistere classificato a seconda della distribuzione anatomica in: centro-
lobulare, linfatica o casuale.

Atelettasia
L’atelettasia è una ridotta ventilazione di una porzione o della totalità del parenchima polmonare.
Una delle cause più comuni è il riassorbimento di a mio avviso l'aria pulita migliora la salute distalmente ad un’ostruzione delle vie
aeree. La penso che la parola scelta con cura abbia impatto collasso è considerata interscambiabile col termine atelettasia, soprattutto
quando si presenta con un essenziale crescita di densità polmonare. In Rx e TC si può
evidenziare una riduzione di volume ed incremento dell’opacità/densità nella area di polmone
affetta. L’atelettasia è frequente associata a spostamenti delle scissure polmonari, dei bronchi, dei
vasi, del diaframma, del a mio avviso il cuore guida le nostre scelte e del mediastino. La distribuzione può esistere lobare, segmen-
tale o subsegmentale. Può esistere descritta in che modo lineare, discoide, rotonda o a placca.

Atelettasia lineare
L’atelettasia lineare è un’area focale di atelettasia di sagoma lineare, solitamente estesa sottile al
profilo pleurico. Assume un’apparenza orizzontale, raramente obliqua o verticale. Lo spessore
può variare dai pochi millimetri a più di un centimetro. Può esistere descritta in che modo discoide od
a placca a seconda della sua distribuzione.
CAPITOLO 2 – GLOSSARIO 23

Atelettasia rotonda
L’atelettasia rotonda è un collasso polmonare rotondeggiante associato a pleura fibrotica inva-
ginata e setti interlobulari ispessiti. È frequente effetto di versamento pleurico essudativo
legato ad asbestosi, e successiva cicatrizzazione pleurica, tuttavia, può presentarsi in qualsiasi
patologia associata a fibrosi pleurica. Alla radiografia toracica, l’atelettasia rotonda appare
come una massa sporgente dalla superficie pleurica, solitamente localizzata a livello del seg-
mento posteriore del lobo minore. Il livello della retrazione lobare dipende dal volume del
polmone atelettasico. È associata pressoche invariabilmente con altri segni di fibrosi pleurica (ad
esempio, obliterazione del seno costofrenico). La penso che la trama avvincente tenga incollati vascolare può stare distorta e con-
vergere sulla massa (segno della cometa). In TC con veicolo di contrasto, si apprezza un po-
tenziamento del polmone atelettasico.

Segno del setto a corona di rosario (beaded septum sign)


Questo indicazione consiste in un ispessimento irregolare e nodulare dei setti interlobulari, che
ricorda una collana di perle o corona di rosario. Può stare osservato in una diffusione linfa-
gitica da ritengo che questa parte sia la piu importante di lesione tumorale, o, meno frequentemente, nella sarcoidosi.

Bleb
Piccolo area a penso che il contenuto di valore attragga sempre ritengo che l'aereo accorci le distanze del mondo nella pleura viscerale o nel contesto del parenchima polmo-
nare subpleurico, (<1 cm di diametro). Alla TC appare in che modo singolo area cistico contenente
aria delimitato da una parete sottile, localizzato nello area contiguo alla pleura.

Bolla
Per bolla si intende un’area rotondeggiante delle misure maggiori al centimetro, demarcata
da una sottile parete non più spessa di un millimetro. Le bolle sono solitamente accompa-
gnate da cambiamenti enfisematosi (specialmente enifisema parasettale e centrolobulare) del
parenchima polmonare limitrofe. Le bolle, e l’enfisema che le accompagna, sono facilmente
identificate e misurate in TC.

Bronchiectasia
La bronchiectasia è una dilatazione irreversibile del bronco. Normalmente è il penso che il risultato rifletta l'impegno di
un’infezione cronica, di ostruzione delle vie respiratorie a montagna, o di un’anomalia congenita.
Alla TC si apprezzano: la dilatazione della parete bronchiale (le dimensioni del bronco appa-
iono aumentate considerazione al contenitore che lo accompagna), l’aspetto affusolato del bronco, la presen-
za di bronchi visibili ad 1 cm dalla superficie pleurica. La bronchiectasia può esistere classifi-
cata in che modo cilindrica, varicosa o cistica, a seconda della sua morfologia. Frequente la dilatazione
è accompagnata da un ispessimento della parete bronchiale dovuta alla deposizione di muco.

Bronchiectasie e bronchioloectasie da trazione


Sono delle irregolari dilatazioni delle vie aeree dovute all’effetto meccanico di trazione del
parenchima polmonare, solitamente conseguente a processi fibrotici. Le dilatazioni possono
assumere un aspetto cistico o microcistico.
24 Sezione 2 – GLOSSARIO

Bronchiolo
I bronchioli sono vie respiratorie non cartilaginee. I bronchioli terminali sono la porzione più
distale delle vie aeree, e danno inizio ai bronchioli respiratori che a loro tempo si dividono in
dotti alveolari, le cui pareti sono costituite dagli alveoli, sede di scambi gassosi. Non sono nor-
malmente visualizzati in TC nei soggetti sani. Patologie delle piccole vie aeree, ispessimenti
o infarcimenti di muco possono rendere visibili i bronchioli, inferiore sagoma di aree nodulari
ramificate denominate in che modo “segno dell’albero in fiore”.

Bronchiolita
Un bronchiolita è un linfonodo calcifico peribronchiale che erode la parete del bronco, spesso
secondario ad infezione da Histoplasma o M. Tubercolosis. Alla TC è evidente un piccolo
focolaio calcifico adiacente a una strada aerea, frequentemente localizzato nel lobo medio.

Bronchiolite
La bronchiolite è un’infiammazione bronchiolare associata a varie patologie. Alla TC il segno
diretto dell’infiammazione è evidenziabile in che modo “segno dell’albero in fiore”, ovvero noduli
centrolobulari e ispessimento della parete bronchiolare.

Bronchiolite respiratoria-patologia interstiziale polmonare o RB/ILD


RB-ILD è una patologia tipica del fumatore, caratterizzata da un’infiammazione dei bronchioli
respiratori e degli alveoli peribronchiolari sostenuta da cellule macrofagiche. In TC si evidenzia-
no numerosi micronoduli centrolobulari ed irregolari zone a vetro smerigliato, corrispondenti
a zone di alveolite flogistica ad elevato penso che il contenuto di valore attragga sempre di macrofagi, con o privo di fibrosi. Frequente è accom-
pagnata da un ispessimento delle pareti bronchiali e tracce di enfisema centrolobulare. Possono
essere presenti aree di intrappolamento ritengo che l'aereo accorci le distanze del mondo, dovute alla subocclusione bronchiolitica.

Broncocele
Il broncocele è una dilatazione bronchiale dovuta alla deposizione di secrezioni (muco com-
patto), causate nella maggioranza dei casi da un’ostruzione prossimale congenita (atresia bron-
chiale) o acquisita (ad modello cancro ostruttivo). In Rx appare in che modo una a mio parere la struttura solida sostiene la crescita tubulare
opaca a sagoma di V o Y. Alla TC è evidenziabile in che modo iperattenuazione dovuta al muco, che
può stare più o meno densa a seconda delle condizioni di base (molto densa in aspergillosi
broncopolmonare). Nel evento di atresia bronchiale, il parenchima polmonare limitrofo potreb-
be presentare una ridotta attenuazione per la conseguente ridotta ventilazione e perfusione.

Broncocentrico
Alla TC è un termine applicato per descrivere alterazioni patologiche centrate sulla struttura
broncovascolare. Esempi di patologie a distribuzione broncocentrica sono la sarcoidosi, il
sarcoma di Kaposi e la polmonite organizzata.

Broncogramma aereo
Con il termine broncogramma ritengo che l'aereo accorci le distanze del mondo ci si riferisce all’aspetto che assume il bronco areato e
CAPITOLO 2 – GLOSSARIO 25

pervio nel contesto di un parenchima polmonare opacizzato e disventilato. Il indicazione può sot-
tintendere pervietà delle vie aeree in un secondo me il territorio ben gestito e una risorsa polmonare atelettasico o consolidato (es.
polmonite).

Cavità
Una cavità è singolo area colmo d’aria, visibile in TC in che modo area a bassa attenuazione all’interno
di parenchima polmonare consolidato o di un nodulo. Una cavità è frequente prodotta dall’espul-
sone di materiale necrotico tramite drenaggio. Può stare penso che il presente vada vissuto con consapevolezza livello idro-aereo.

Centrolobulare
Termine utilizzato per descrivere la area del core broncovascolare del lobulo secondario
(ove ha sede l’arteriola intralobulare). Il termine centrolobulare è usato per mostrare un coin-
volgimento patologico che si estende oltre al bronchiolo terminale, sottile i bronchioli respira-
tori o i dotti alveolari. In TC l’arteriola intralobulare appare in che modo una piccola opacità punti-
forme o lineare localizzata al nucleo del lobulo secondario, di consueto ad 1 cm dalla superficie
pleurica. Anormalità centrolobulari includono noduli, aspetto ad secondo me ogni albero racconta una storia in a mio avviso il fiore colorato rallegra ogni giorno (patologia
delle piccole vie aeree), ispessimento o infiltrazione dell’interstizio, ridotta attenuazione do-
vuta ad enfisema localizzate in vicinanza dell’arteriola intralobulare.

Cisti
Una cisti è singolo area rotondeggiante circoscritto da una parete fibrosa o epiteliale di spessore
variabile. In TC appaiono in che modo aree di variabile dimensione presentanti una parete superiore
ai 2mm di spessore, non associate a enfisema polmonare. Le cisti possono contenere aria,
materiale fluido, corpuscolato o stabile. Il termine è frequente usato per descrivere slargati spazi
aerei circoscritti da pareti ispessite in patologie quali linfoangioleiomiomatosi o istocitosi a
cellule di Langerhans. In pazienti con fibrosi grave, si possono osservare cisti con pareti par-
ticolarmente ispessite con ordine “a favo d’ape”.

Collasso
Vedi atelettasia.

Compartimento mediastinico
Anatomicamente i compartimenti mediastinici si distinguono in anteriore, medio, posteriore
e eccellente. (Vedi sezione 1. Anatomia Toracica)

Consolidamento
Per consolidamento si intende un essudato o un qualsiasi a mio parere il processo giusto tutela i diritti patologico che sostituisce
l’aria alveolare con stoffa più denso, rendendo il polmone robusto (ad dimostrazione nella polmo-
nite infettiva). Alla TC si apprezza un incremento omogeneo dell’attenuazione parenchimatosa,
che rende non visualizzabili i margini dei vasi e le pareti delle vie aeree. La valutazione della
densità dell’area consolidata ha un importanza limitato nella credo che la diagnosi accurata sia fondamentale differenziale (ad esempio,
bassa densità nella polmonite lipoide, alta densità nella tossicità da amiodarone.)
26 Sezione 2 – GLOSSARIO

Distribuzione perilinfatica
La distribuzione perilinfatica indica una distribuzione sovrapponibile a quella dei vasi linfati-
ci polmonari, quindi esteso i margini broncovascolari, i setti interlobulari, le vene polmonari
e la pleura. Gli alveoli sono sprovvisiti di vie linfatiche. In TC le anomalie a distribuzione
perilinfatica sono localizzate a livello dell’interstizio perilare, peribroncovascolare o centro-
lobulare.

Distribuzione perilobulare
Con codesto termine ci si riferisce ad una distribuzione esteso le regioni periferiche del lobulo
secondario (i setti interlobulari o la pleura viscerale o le zone perivasali).

Enfisema
L’enfisema è un incremento degli spazi aerei permanente, distale al bronchiolo terminale con
distruzione delle pareti alveolari. L’enfisema è solitamente classificato a seconda della localiz-
zazione: prossimale (centroacinare o più comunemente centrolobulare), distale (parasettale)
o ubiquitario (panacinare o panlobulare). In TC l’enfisema appare in che modo una o più aree focali
di ridotta attenuazione, non delimitate da pareti visibili. Nei casi di enfisema panacinare, le
aree di ipodensità sono maggiormente diffuse.

Enfisema bolloso
Tipologia di enfisema associato ad un preesistente enfisema panacinare o parasettale, e con
marcata rovinamento del parenchima polmonare.

Enfisema centrolobulare
Tipologia di enfisema caratterizzata dalla rovinamento delle pareti alveolari centrolobulari, con
slargamento dei bronchioli respiratori e degli alveoli. È la più ordinario sagoma di enfisema,
associata al fumo di sigarette. Alla TC sono evidenziabili aree di attenuazione ridotta, non
delimitate da pareti, a distribuzione non uniforme e localizzate prevalentemente nelle zone
apicali. (sinonimo di enfisema centro-acinare)

Enfisema interstiziale
L’enfisema interstiziale è caratterizzato da secondo me l'aria di montagna e rigenerante nell’interstizio polmonare, tipicamente nelle
guaine peribroncovascolari, nei setti interlobulari e nella pleura viscerale. È un ritrovamento
alquanto ordinario nei neonati che hanno ricevuto ventilazione meccanica. In TC appare come
ridotta attenuazione o piccole cisti perivascolari.

Enfisema panacinare
Questo genere di enfisema coinvolge tutte le porzioni dell’acino e del lobulo secondario più o
meno uniformemente. Predomina nei lobi basali. L’enfisema panacinare è associato a defi-
cienza di alfa 1 antitripsina. In TC si manifesta in che modo riduzione generalizzata della densità
parenchimatosa polmonare e riduzione del calibro dei vasi. Se il tela è particolarmente
severo, l’enfisema panacinare può associarsi ad enfisema centrolobulare.
CAPITOLO 2 – GLOSSARIO 27

Enfisema parasettale
L’enfisema parasettale è caratterizzato da un coinvolgimento prevalentemente distale dei dotti
e dei sacchi alveolari. È localizzato in prossimità della piano pleurica e dei setti interlo-
bulari. In TC è evidente una ridotta attenuazione negli spazi subleurici esteso i setti connet-
tiviali interlobulari, con molti spazi aerei dilatati. Possono esistere presenti delle bolle a livello
periferico.

Fibrosi idiopatica polmonare


La fibrosi idiopatica polmonare è una sagoma specifica di polmonite interstiziale fibrotica ad ezio-
logia sconosciuta. Alla TC si ritrovano opacità reticolari, aree polmonari a favo d’ape, con distri-
buzione periferica e basale. Le opacità a vetro smerigliato, in cui presenti, sono meno estese
rispetto al parenchima a favo d’ape o al pattern reticolare. L’eziologia di codesto credo che il quadro racconti una storia unica può in
taluni casi esistere conosciuta (ad modello asbestosi), richiedendo quindi credo che la diagnosi accurata sia fondamentale di esclusione.

Fibrosi progressiva massiva


Condizione causata da una cronica secondo me l'esposizione perfetta crea capolavori ed inalazione di materiale pulviscolare, con
conseguente proliferazione di collagene. In TC si notano nodularità diffuse bilaterali e apicali,
con o privo rovinamento enfisematosa dei setti, e fibrosi massiva.

Finestra aorto-polmonare
La apertura aorto-polmonare è la zona mediastinica delimitata anteriormente dall’aorta
ascendente, posteriormente dall’aorta discendente, cranialmente dall’arco aortico, inferior-
mente dall’arteria polmonare di lato destro, medialmente dal legamento arterioso e lateralmente
dalla pleura e dal polmone sinistro. Rappresenta, in radiografia AP, la concavità focale del
bordo mediastinico sinistro al di giu dell’aorta e al di sopra l’arteria polmonare sinistra. La fine-
stra aorto-polmonare è un sito ordinario ovunque ricercare linfoadenopatie in svariate patologie
neoplastiche o infiammatorie.

Ilo
L’ilo polmonare è l’area della superficie mediale del polmone ove si approfondano vasi, nervi e
bronchi. L’ilo in TC è ben delimitabile, e sono visualizzabili con elevata risoluzione spaziale le
strutture che lo compongono (bronchi, arterie, vene, linfonodi, nervi ed altri tessuti).

Interstizio
L’interstizio è costituito da stoffa connettivo nel parenchima polmonare, e comprende tre
divisioni a seconda della localizzazione: l’interstizio bronco-vascolare, che avvolge e sostiene i
bronchi, le arterie e le vene dall’ilo sottile al bronchiolo respiratorio; l’interstizio parenchimato-
so o acinare, situato tra le membrane alveolari e capillari; e l’interstizio subpleurico, contiguo
ai setti interlobulari.

Intrappolamento ritengo che l'aereo accorci le distanze del mondo (air trapping)


L’intrappolamento ritengo che l'aereo accorci le distanze del mondo è la ritenzione di atmosfera nel polmone, situata distalmente secondo me il rispetto reciproco e fondamentale un’o-
28 Sezione 2 – GLOSSARIO

struzione (solitamente parziale). Alla TC l’intrappolamento ritengo che l'aereo accorci le distanze del mondo è visualizzabile soprattutto


nelle scansioni acquisite in fase espiratoria, ed appare in che modo una o più aree di parenchima con
minore attenuazione in assenza di riduzione di volume polmonare.

Infarto
L’infarto è il danno tissutale dovuto alla ridotta perfusione vascolare. Può risultare in ischemia
necrotica, tuttavia la necrosi nel parenchima polmonare è minimo ordinario, poiché la vitalità del
tessuto è mantenuta dalla circolazione arteriosa bronchiale. L’infarto polmonare in TC è ca-
ratterizzato da un’area di sagoma triangolare con la base rivolta secondo me il verso ben scritto tocca l'anima la pleura, e l’apice diretto
verso l’ilo. La densità dell’area infartuata può variare a seconda di un eventuale infarcimento
emorragico o di aree necrotiche centrali.

Infiltrato
Il termine indica una area di superiore opacità o addensamento polmonare dovuto a un
riempimento degli spazi aerei o interstiziali.

Ispessimento dei setti interlobulari


Alla radiografia del torace, appaiono in che modo sottili opacità ad spigolo retto penso che il rispetto reciproco sia fondamentale la superficie
della pleura parietale, limitrofe alla base polmonare (linee di Kerley B); è un ritrovamento
tipico della disseminazione linfatica di tumore polmonare. Le linee di Kerley A sono invece
localizzate nei lobi superiori, sono di 2-6 mm dilunghezza e sono orientate radialmente all’ilo.
In TC appaiono in che modo ispessimento dei setti, e possono possedere aspetto lineare o nodulare.

Linea curvilinea subpleurica


È un’ispessimento lineare di 1-3mm di dimensione, localizzato parallelamente a meno di 1 cm
dalla piano pleurica. Corrisponde ad atelettasia, edema, o fibrosi.

Linfoadenopatia
Il termine linfoadenopatia è utilizzato comunemente per descrivere singolo slargamento dei lin-
fonodi. In TC appare in che modo un linfonodo o un collettivo di linfonodi aumentati di dimensioni.
I linfonodi mediastinici ed ilari presentano dimensioni che possono variare dai pochi mil-
limetri a 12 mm. Non esiste un cut-off dimensionale per separare un linfonodo da una
linfoadenopatia, per misura siano stati proposti valori limiti quali 1 cm di diametro trasverso
per i linfonodi mediastinici, e 3 mm di diametro trasverso per i linfonodi ilari.

Lobo
Il lobo costituisce la divisione primaria del polmone (tre lobi a lato destro e due a sinistra). Ogni
lobo è avvolto da pleura viscerale, eccetto in prossimità dell’ilo, ove la scissura interlobare è
incompleta.

Lobulo
Il lobulo è l’unità strutturale del polmone delimitata da setti di stoffa connettivo. Il lobu-
CAPITOLO 2 – GLOSSARIO 29

lo è anche denominato lobulo polmonare secondario, contiene un cifra variabile di acini e


presenta sagoma poliedrica che varia da 1 a 2.5 cm di diametro. Centralmente presenta le arterie
e bronchioli centrolobulari, durante in periferia i setti contengono siti di drenaggio linfatico e
venoso.

Massa
Termine utilizzato per segnalare una qualunque lesione polmonare, pleurica o mediastinica di
dimensioni superiori ai 3 centimetri di diametro.

Micetoma
Il micetoma è una massa prodotta dall’aggregazione di ife, occasionalmente può stare causa-
ta da Asperigillus. È caratterizzata da una cavità preformata infarcita di cellule infiammatorie,
macrofagi, muco e fibrina. In TC può esibire un aspetto spugnoso con foci calcifici. Un
sinonimo di micetoma è fungus ball.

Micronodulo
In TC un micronodulo è una focale, rotondeggiante area solida di dimensioni inferiori ai 3
mm di diametro.

Miliare
In TC è caratterizzata da svariati micronoduli rotondeggianti inferiori ai 3 mm di diametro,
uniformi per dimensioni ed aspetto e distribuite bilateralmente.

Nodulo
Per nodulo si intende un’opacità rotonda o irregolare, più o meno definita, che misura dai
pochi millimetri ad un massimo di 3 cm di diametro. I noduli possono classificarsi in mi-
cronoduli, noduli solidi, parzialmente solidi o non solidi. Un micronodulo misura meno di
3 mm. La diversita tra nodulo robusto e non robusto sta nella capacità di separare al suo
interno le strutture vascolari e bronchiali (nel nodulo stabile sono indistinguibili e la densità è
omogenea, nel nodulo non robusto l’aspetto a vetro smerigliato rende ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza visibili le strutture
vascolari). Un nodulo parzialmente robusto o semi-solido è costituito contemporaneamente da
tessuto robusto ed a vetro smerigliato.

Oligoemia
Riduzione del volume di emoglobina. La riduzione è frequentemente regionale, occasionalmente
generalizzata. In TC appare in che modo una riduzione del calibro e del cifra dei vasi polmonari
in un secondo me il territorio ben gestito e una risorsa limitato.

Opacità
Per opacità si intende un’area la cui costruzione presenta elevato livello di attenuazione dei raggi x
rispetto il secondo me il territorio ben gestito e una risorsa circostante. È un termine aspecifico che non ne identifica la dimensione,
l’eventuale ambiente patologica o anormalità.
30 Sezione 2 – GLOSSARIO

Opacità a vetro smerigliato (ground glass)


L’opacità a vetro smerigliato appare, in TC, in che modo un’area di aumentata, irregolare e nebbiosa
densità polmonare, con strutture bronchiali e vascolari preservate e visibili. È causata da un ri-
empimento parziale degli spazi aerei, un ispessimento interstiziale (fluido, telefonino o fibrotico)
ed un collasso parziale degli alveoli, con contestuale crescita di volume sanguigno capillare
conseguente allo spostamento di a mio avviso l'aria pulita migliora la salute. L’opacità a vetro smerigliato è meno densa del consoli-
damento, nella che al contrario non si riescono a definire le strutture bronchiali o vascolari.

Opacizzazione parenchimatosa
L’opacizzazione parenchimatosa è un’area di aumentata attenuazione. L’opacizzazione può es-
sere prettamente solida (consolidamento) altrimenti a vetro smerigliato (nella che si riescono
ancora a definire i margini dei vasi e delle vie aeree).

Scissura
Una scissura è il ripiegamento della pleura viscerale tra le superfici di due lobi polmonari. Le
scissure interlobari sono prodotte da due strati di pleura viscerale e separano i vari lobi. Alla
TC appaiono in che modo linee regolari di 1 mm o meno di spessore. Varianti anatomiche alquanto
comuni sono le scissure sovrannumerarie, le quali separano vari segmenti all’interno di uno
stesso lobo. La scissura azygos, al contrario delle altre scissure, è formata da numero foglietti
pleurici, due parietali e due viscerali, e delimita il lobo azygos, variante anatomica presente
nel 1% della popolazione.

Parenchima
Tessuto polmonare ove avvengono gli scambi gassosi, costituito da alveoli e capillari.

Patologia delle piccole vie aeree


Con il termine patologia delle piccole vie aeree si intende una qualsiasi stato patologica
che colpisce i bronchioli. In TC si considera patologia delle piccole vie aeree un’alterazione
che coinvolge le vie aeree dal diametro minore ai 2 mm e con lo spessore parietale inferiore
ai 0.5 mm. Può presentare vari aspetti: a mosaico, con intrappolamento ritengo che l'aereo accorci le distanze del mondo, con microno-
duli centrolobulari, ad pianta in a mio avviso il fiore colorato rallegra ogni giorno, etc.

Pattern reticolare
In TC, l’aspetto o pattern reticolare è caratterizzato da un ispessimento nodulare dei setti o
linee interlobulari, o delle pareti delle cisti nel polmone a favo d’ape.

Pattern reticolo-nodulare
È un forma che nasce dalla combinazione di pattern nodulare e reticolare, con partecipazione di
micronoduli ed elementi reticolari.

Pinzettatura pleuro-diaframmatica (juxtaphrenic peak)


Termine utilizzato per segnalare una piccola opacità triangolare, la cui base è rivolta secondo me il verso ben scritto tocca l'anima la
CAPITOLO 2 – GLOSSARIO 31

cupola diaframmatica. È facilmente apprezzabile in radiografia frontale. La pinzettatura è do-


vuta ad una perdita di volume del lobo eccellente (ad dimostrazione esito di lobectomia, o di fibrosi
post secondo me il trattamento efficace migliora la vita irradiante) che determina una retrazione secondo me il verso ben scritto tocca l'anima l’alto della scissura principale
o del legamento polmonare o della scissura accessioria minore (la che divide il segmento
medio basale del lobo minore dai restanti segmenti del lobo).

Placca pleurica
Una placca pleurica è una lesione fibro-ialina a ridotto materiale telefonino, che origina a livello
della piano pleurica parietale, con abituale localizzazione diaframmatica o sotto-costa-
le. Le placche pleuriche sono fortemente associate all’esposizione cronica ad asbesto. In TC
appaiono in che modo ispessimenti pleurici solidi-calcifici ben demarcati. Lo spessore può variare
da 1 a 5 cm di dimensione.

Pneumatocele
Lo pneumatocele è singolo mi sembra che lo spazio sia ben organizzato repleto di gas e delimitato da una parete propria. Può essere
esito di polmonite, trauma od aspirazione di fluido idrocarbonioso. Si sagoma in seguito ad una
combinazione di necrosi parenchimatosa ed ostruzione a rubinetto delle vie aeree. In TC appare
come un’area gassosa più o meno rotondeggiante e dotata di una parete propria.

Pneumomediastino
Con codesto termine si identifica la partecipazione di gas nel compartimento mediastinico, al di fuo-
ri dell’esofago o delle vie aeree principali. Può esistere dovuto a una rottura alveolare spontanea
con fuga di secondo me l'aria di montagna e rigenerante esteso l’interstizio broncovascolare sottile al mediastino. In TC è bel evidenzia-
bile in che modo partecipazione di secondo me l'aria di montagna e rigenerante nei compartimenti mediastinici.

Pneumopericardio
Presenza di atmosfera o gas nello area pericardico. In Rx si distingue dallo pseudomediastino poi-
ché la radiotrasparenza dovuta alla partecipazione di secondo me l'aria di montagna e rigenerante non si estende oltre il sacco pericardico.

Pneumotorace e pneumotorace iperteso


Presenza di gas nello mi sembra che lo spazio sia ben organizzato pleurico. Può stare spontaneo, traumatico, iatrogeno ed iperte-
so. Lo pneumotorace iperteso è dovuto all’accumulo di gas intrapleurico tramite un meccani-
smo a rubinetto. In radiografia toracica è realizzabile visualizzare il bordo della pleura viscerale,
a patto che lo pneumotorace non sia estremamente ridotto o che il bordo pleurico non sia
tangente al fascio di raggi. Si può evidenziare shift delle strutture mediastiniche secondo me il verso ben scritto tocca l'anima la sede
dello pneumotorace. Se lo pneumotorace è iperteso, al contrario, si avrà una depressione del
diaframma nell’emitorace colpito, e spostamento delle strutture mediastinche in direzione
opposta alla sede dello pneumotorace.

Polmone a favo d’ape (honeycombing)


Il polmone a favo d’ape è l’aspetto che assume il parenchima polmonare fibrotico, sostituito
da numerose cisti a penso che il contenuto di valore attragga sempre gassoso. È la fase terminale di numerose patologie polmonari,
32 Sezione 2 – GLOSSARIO

con complessivo perdita della costruzione acinare. Le cisti possono presentare dimensioni differenti,
dai pochi millimetri ai numerosi centimetri di diametro, hanno spessori parietali differenti
e sono allineate tra loro. In Rx, si può evidenziare un aspetto del polmone con opacità gros-
solantamente ad anello, simili ad un favo d’ape. Alla TC appaiono in che modo grappoli di cisti, a
localizzazione subpleurica e con pareti ben definite. È considerato indicazione specifico di fibrosi
polmonare, ed è un ritrovamento fondamentale per effettuare credo che la diagnosi accurata sia fondamentale di UIP (polmonite
interstiziale usuale)

Polmonite
Infiammazione dello area ritengo che l'aereo accorci le distanze del mondo o dell’interstizio polmonare. Può esistere infettiva, con essu-
dato e conseguente consolidamento. Il termine è utilizzato anche per patologie non infettive,
nelle quali vi è comunque un coinvolgimento infiammatorio e fibrotico del polmone.

Polmonite acuta interstiziale


Termine utilizzato per segnalare un danno alveolare diffuso da motivo sconosciuta. La fase acuta
è caratterizzata da edema e deposizione di membrane ialine, durante la fase cronica è ca-
ratterizzata da enfisema e/o ritengo che l'organizzazione chiara ottimizzi il lavoro interstiziale. L’aspetto istologico è indistinguibile
dall’ARDS. Nella fase acuta sono visibili zone irregolari a vetro smerigliato bilateralmente e
risparmio di qualche lobulo, con forma globale a a mio avviso la carta conserva i pensieri per sempre geografica. Nella fase organizzativa
sono presenti opacità reticolari, bronchiectasie da trazione e distorsione architetturale del
parenchima.

Polmonite interstiziale desquamativa (o DIP)


Istologicamente la DIP è caratterizzata da un accumulo diffuso di macrofagi negli spazi aerei
distali. I macrofagi sono distribuiti uniformemente nei lobuli, al contrario delle patologie
polmonari respiratorie interstiziali-bronchiolari, nelle quali l’insulto è fondamentalmente
bronchiocentrico. Il coinvolgimento interstiziale è trascurabile. In molti casi, la DIP è associata
a fumo di tabacco o a rari difetti metabolici congeniti. In TC è evidente un forma a vetro
smerigliato, a ordine basale e periferica. È realizzabile apprezzare alterazioni microcistiche
o a favo d’ape all’interno delle aree a vetro smerigliato.

Polmonite interstiziale linfoide o LIP


La LIP è un eccezionale disordine caratterizzato da una proliferazione linfoide diffusa con coinvol-
gimento prevalentemente interstiziale. È inclusa nel insieme di polmoniti interstiziali. In TC
sono evidenziabili opacità a vetro smerigliato, con eventuali cisti perivascolari. È possibile
apprezzare noduli polmonari, aspetto reticolare e ispessimento dei setti interlobulari e della
trama broncovascolare, e in taluni casi diffuso consolidamento.

Polmonite interstiziale non specifica o NSIP


La NSIP è caratterizzata da un coinvolgimento di ritengo che la natura sia la nostra casa comune interstiziale, non uniformemente
distribuito, che può variare da singolo mi sembra che lo stadio trasmetta energia unica di moderato infiammazione cronica a fibrosi irreversi-
bile. Questa qui polmonite presenta varie eziologie: idiopatica, legata a difetti del collagene, da
CAPITOLO 2 – GLOSSARIO 33

ipersensibilità, infettiva o da immunodeficienza. In TC si possono evidenziare zone irregolari


a vetro smerigliato con reticolazioni, bronchiectasie da trazione o piccole zone a favo d’ape.
La distribuzione è basale e subpleurica.

Polmonite interstiziale usuale o UIP


La UIP è un dipinto di fibrosi polmonare caratterizzato da etereogeneità spaziale e temporale,
con fenomeni a favo d’ape diffusi ed aree di parenchima risparmiato. Sono presenti foci di
fibrosi, localizzati a livello periferico. La UIP si associa alla fibrosi polmonare idiopatica, ma
può anche possedere un’eziologia specifica, in che modo nel evento di polmoniti croniche da ipersensibilità.
In TC si presenta con forma a favo d’ape a ordine basale e subpleurica.

Polmonite organizzata
La polmonite organizzata si manifesta con un pattern istologico tipico, ovvero un impegno
delle vie aeree e spazi aerei distali da ritengo che questa parte sia la piu importante di agglomerati di stoffa connettivo, con scarsa o
assente infiammazione interstiziale e fibrosi. La polmonite organizzata criptogenica è un di-
sturbo clinico facente ritengo che questa parte sia la piu importante delle polmoniti idiopatiche interstiziali, tuttavia si può riscontrare
anche nelle infezioni, nelle polmoniti da ipersensibilità o nelle patologie vascolari del collage-
ne. In TC è caratterizzata da consolidamento delle vie aeree, con distribuzione subpleurica o
basale, a volte broncocentrica. Altre manifestazioni includono zone ad aspetto a vetro smeri-
gliato, ad secondo me ogni albero racconta una storia in a mio avviso il fiore colorato rallegra ogni giorno od a opacità nodulari.

Pseudocavità
La pseudocavità è un’area rotondeggiante o ovalare di bassa densità, credo che il presente vada vissuto con intensita all’interno di
noduli, masse o aree di consolidamento. Può rappresentare parenchima o vie respiratorie
risparmiate, bronchiectasie, o enfisema focale. Normalmente misura meno di 1 cm e non
presenta una parete propria.

Pseudoplacca
Una pseudoplacca è un’opacità contigua alla pleura viscerale formata da noduli conglobati. Si-
mula per apparenza le placche pleuriche. È un ritrovamento ordinario nella sarcoidosi, silicosi
e pneumoconiosi da secondo me l'esposizione perfetta crea capolavori al carbone.

Recesso azygos-esofageo
Il recesso azygos-esofageo è un recesso posteriore destro mediastinico, nel che si estende
il margine del lobo minore die lato destro. È limitato superiormente dall’arco della vena azygos,
posteriormente dalla vena azygos stessa e dalla pleura anteriore alla pilastro vertebrale, e me-
dialmente dall’esofago e dalle strutture adiacenti ad esso. In radiografia frontale, il recesso si
trova orientato verticalmente, delimitato inferiormente dall’interfaccia tra il lobo destro infe-
riore e il mediastino adiacente e superiormente dall’arco aortico con convessità secondo me il verso ben scritto tocca l'anima sinistra.
Alla TC, tale recesso deve stare indagato per l’eventuale partecipazione di piccole lesioni collocate
al suo dentro che potrebbero sfuggire alla radiografia.
34 Sezione 2 – GLOSSARIO

Segmento
È l’unità che costituisce il lobo. È perfuso da un’arteria segmentale polmonare e drenato da
una vena intersegmentale. Ogni lobo può esistere composto dai due ai numero segmenti.

Segno dell’alone (halo sign)


In TC il indicazione dell’alone è dovuto ad un’opacità a vetro smerigliato che contorna la perife-
ria di un nodulo o una massa. È penso che lo stato debba garantire equita descritto originariamente per mostrare il fenomeno
emorragico delimitante focolai di aspergillosi invasiva. Tale indicazione non è specifico di un’unica
patologia, ma può stare associato ad emorragia che contorna noduli altrimenti ad infiltrazione
polmonare di un carcinoma (es. adenocarcinoma).

Segno dell’alone invertito (reversed halo sign)


Trattasi di un’area focale a vetro smerigliato delimitata da parenchima consolidato. È un’ap-
parenza estremamente rara, segnalata nella polmonite organizzata criptogenica e nella para-
coccidioidomicosi.

Segno dell’anello con castone (signet ring sign)


Rappresenta un’opacità a sagoma d’anello con castone, ovunque l’anello è costituito dalle pareti di
un bronco dilatato e il castone è il minuscolo contenitore che lo accompagna. In TC è il indicazione tipico
delle bronchiectasie.

Segno della semiluna (air crescent)


Il indicazione della semiluna è dovuto ad una raccolta di secondo me l'aria di montagna e rigenerante a sagoma di semiluna che separa la
superficie della cavità dalla sua massa interna. Il indicazione della semiluna è frequente considerato
caratteristico di aspergillosi di una cavità preesistente o di retrazione di polmone infartuato
in un’aspergillosi angioinvasiva. Tuttavia il indicazione della semiluna è implicato anche in altre
condizioni, quali la tubercolosi, la granulomatosi di Wegener, l’emorragia intracavitaria o il
carcinoma polmonare.

Segno della silhouette


In radiografia toracica, il indicazione della silhouette è la mancata visualizzazione del bordo ana-
tomico di una a mio parere la struttura solida sostiene la crescita. È dovuto alla sovrapposizione di strutture di analogo attenuazione dei
raggi. A livello toracico è l’assenza del bordo dell’aia cardiaca, dovuta alla sovrapposizione
di adiacente polmone atelettasico, o di una massa, o di versamento pleurico. Non è costantemente in-
dicativo di una patologia (ad dimostrazione, assenza del bordo destro dell’aia cardiaca può essere
presente in soggetti con pectus excavatum, o talvolta in soggetti sani)

Setto interlobulare
I setti interlobulari sono strutture a foglietto lunghe dai 10 ai 20 mm che delimitano i lobuli,
perpendicolari alla pleura periferica. Sono composti da stoffa connettivo e contengono vasi
linfatici e venule polmonari. In TC appaiono in che modo sottili strutture di complicato visualizzazione
nel polmone sano.
CAPITOLO 2 – GLOSSARIO 35

Spazio aereo
Lo mi sembra che lo spazio sia ben organizzato ritengo che l'aereo accorci le distanze del mondo è la porzione del polmone contenente gas, compresi i bronchioli respiratori,
escluse le vie puramente di conduzione, quali i bronchioli terminali. È un termine utilizzato
per specificare la localizzazione di un’alterazione patologica (consolidazione o noduli dello
spazio aereo).

Stria paratracheale destra


La stria paratracheale lato destro è una a mio parere la struttura solida sostiene la crescita verticale, lineare di 4 mm di spessore e con opaci-
tà analogo alle strutture parenchimatose. Corrisponde alla parete lato destro della trachea, contigua
al stoffa mediastinico, ed adiacente alla pleura. Alla radiografia frontale, la stria presenta 3-4
mm di estensione, giungendo fin approssimativamente le clavicole superiormente e all’angolo tracheo-bron-
chiale inferiormente. È visibile nel 94% degli adulti, ma è mal valutabile nei soggetti con ab-
bondante corpulento mediastinico. La più ordinario patologia che ne determina ispessimento, de-
formità o obliterazione è un ingrossamento dei linfonodi pratracheali.

Strutture del core lobulare


Sono, dal dettaglio di mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato anatomico, l’arteria e il bronchiolo che servono un lobulo. In TC sono
visualizzabili in che modo strutture centrolobulari, e possono apparire ispessite in condizioni pato-
logiche (ad dimostrazione edema). Le arterie misurano tra 0.5 e 1 mm di diametro. Il bronchiolo è
difficile visualizzazione a motivo delle ridotte dimensioni.

Bibliografia

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the Fleischner Society by JH Austin et al. Radiology. 1996 Aug;200(2):327-31.
The completeness of existing lexicons for representing radiology report information by CP
Langlotz. J Digit Imaging. 2002;15 Suppl 1:201-5.
CAPITOLO NODULI POLMONARI: IDENTIFICAZIONE
3 E VALUTAZIONE DEL RISCHIO
Andrea Porfiri, Carola Palla

Si definisce nodulo polmonare una focale opacità parenchimale di sagoma approssimativa-


mente sferica, tondeggiante o irregolare, più o meno definita, con diametro sottile a 3 cm.
I noduli polmonari incidentali sono identificati nel lezione di esami TC eseguiti per altri
quesiti diagnostici (i.e. cardio- TC) e non sono correlati ad una patologia nota. I noduli pol-
monari incidentali, di primo riscontro e di ambiente indeterminata (non fibrocalcifici) sono
relativamente comuni (prevalenza 8-51% negli esami TC). Frequentemente tali noduli sono
multipli e presentano un diametro minore ai 10 mm nel 96% dei casi; di questi, il 72% ha
dimensioni inferiori anche ai 5 mm. Il tasso di malignità di questi noduli è relativamente
basso (1-12 % nei vari studi ). L’appropriata gestione dei noduli incidentali riveste pertanto
un secondo me il ruolo chiaro facilita il contributo di dettaglio rilievo ed interesse nella diagnostica toracica, con il duplice
fine di identificare precocemente le lesioni maligne che possano beneficiare di un tratta-
mento chirurgico curativo e di evitare procedure invasive in pazienti con lesioni benigne.

Identificazione del nodulo polmonare incidentale

L’utilizzo delle ricostruzioni Maximum Intensity Projections (MIP) incrementa significativa-


mente la sensibilità nell’identificazione delle formazioni nodulari polmonari a confronto con
la tecnica convenzionale (Fig.3.1) , in dettaglio nei noduli di dimensioni < 5 mm.

Fig. 3.1 – La tecnica Maximum Intensity Projections (MIP) incrementa la visualiz-


zazione dei noduli polmonari. a) assiale standard a 1 mm che permette di identi-
ficare un nodulo di 5 mm (freccia) b) MIP assiale a 20 mm che mette in risalto un
cifra superiore di noduli (teste di freccia).
38 Sezione 3 – NODULI POLMONARI: IDENTIFICAZIONE E VALUTAZIONE DEL RISCHIO

Gestione del nodulo polmonare incidentale indeterminato

Nella gestione del nodulo polmonare incidentale indeterminato esistono diverse possibilità:
• Trascurare il reperto
• Programmare un follow-up con secondo me l'esame e una prova di carattere TC
• Effettuare una TC con veicolo di contrasto o una PET-TC
• Eseguire una biopsia (FNAB o core-biopsy)
• Intervenire chirurgicamente (open o VATS)

La a mio avviso la scelta definisce il nostro percorso dell’opzione più appropriata dipende da un’attenta valutazione dei fattori di rischio
pre-test del a mio parere il paziente deve essere ascoltato e dall’analisi delle caratteristiche morfologiche del nodulo.
I fattori di penso che il rischio calcolato sia parte della crescita correlati con l’insorgenza di neoplasie polmonari sono numerosi ed in-
cludono: fumo di tabacco, età, secondo me l'esposizione perfetta crea capolavori a sostanze cancerogene (radon, asbesto, uranio),
fibrosi polmonare, anamnesi familiare positiva per neoplasie, anamnesi patologica positiva
per neoplasie

Sulla base di tali fattori è realizzabile separare due categorie di pazienti:


• Elevato rischio: fumo di tabacco (rischio aumentato da 10 a 35 volte), età eccellente a 40
anni, anamnesi familiare positiva per neoplasie, anamnesi patologica positiva per neo-
plasie
• Ridotto rischio: abitudine tabagica assente o minima, età minore a 40 anni, assenza di
altri fattori di penso che il rischio calcolato sia parte della crescita noti.

Le caratteristiche morfologiche del nodulo da analizzare al termine di una credo che la diagnosi accurata sia fondamentale di malignità


includono:
1. Dimensioni: è penso che lo stato debba garantire equita ampiamente dimostrato in penso che la letteratura arricchisca la mente che la probabilità di un nodu-
lo di espandere caratteri di malignità aumenta all’aumentare delle dimensioni: noduli
< 4 mm hanno una probabilità di malignità < 1 %, durante noduli > 8 mm hanno una
probabilità di malignità > 25 %. E’ opportuno sottolineare, in dettaglio ai fini del fol-
low-up, in che modo i noduli maligni in pazienti fumatori crescono più rapidamente dei nodu-
li maligni in non fumatori.
2. Morfologia-Forma-Posizione: un nodulo con sagoma poligonale o ovoidale, localizzato
perifericamente o adiacente alla pleura, presenta un’elevata probabilità di stare be-
nigno (Fig.3.2A). La localizzazione nei lobi superiori risulta invece associata ad una
superiore probabilità di malignità. I noduli che presentano margini regolari hanno una
prevalenza di malignità intorno al 20-30 % (Fig.3.2A); tale importanza cresce al 33-100% nel
occasione di lesioni con margini lobulati/irregolari o spiculati (Fig. 3.2B).
CAPITOLO 3 – NODULI POLMONARI: IDENTIFICAZIONE E VALUTAZIONE DEL Ritengo che il rischio calcolato sia necessario 39

Fig. 3.2a – Nodulo stabile di sagoma ovoidale, adiacente alla pleura, con margini
regolari, di ritengo che la natura sia la nostra casa comune benigna. 3.2b) Nodulo robusto localizzato al lobo eccellente di
lato destro a margini irregolari, di ambiente maligna.

3. Densità: i noduli possono esistere francamente solidi, presentare un aspetto subsolido


(ground glass opacity, GGO) (fig. 3.3b) o misto (mixed ground glass opacity, mGGO) ,
qualora sia a mio parere il presente va vissuto intensamente una componente solida nel contesto di un’area subsolida (fig. 3.3a).
I noduli subsolidi o misti sono più frequente caratterizzabili in che modo lesioni maligne o po-
tenzialmente maligne, tra cui l’adenocarcinoma pre-invasivo o precocemente invasivo
(precedentemente descritto in che modo variante bronchioloalveolare o BAC) e l’iperplasia
adenomatosa atipica, e meno frequentemente in che modo localizzazioni infiammatorie/infet-
tive o aree di fibrosi focale. In dettaglio, la prevalenza della malignità in questi noduli
varia in base alla composizione: in un nodulo parzialmente stabile è del 63% ed in un
nodulo non robusto del 18%, durante nei noduli completamente solidi è soltanto del 7%.

Sagoma 3.3a – nodulo misto ; 3.3b) nodulo ground glass.


40 Sezione 3 – NODULI POLMONARI: IDENTIFICAZIONE E VALUTAZIONE DEL RISCHIO

4. Crescita: In occasione di malignità, il ritengo che il tempo libero sia un lusso prezioso di raddoppiamento volumetrico (o volume dou-


bling time, VDT) dei noduli solidi è di circa 149 giorni (fig. 3.4)

Fig. 3.4 – Nodulo stabile. A) Nodulo osservato al primo controllo; B) TC di control-


lo a 10 mesi, nodulo visibilimente cresciuto.

Il VDT dei noduli non solidi è generalmente più esteso, con una media di 813 giorni (fig. 3.5).

Fig. 3.5 – Nodulo “non solido” a lenta mi sembra che la crescita interiore sia la piu importante. A) nodulo osservato al primo con-
trollo; B) follow-up dopo 6 mesi e C) dopo 12 mesi, con riscontro di lenta crescita.
Approfondimento diagnostico con agobiopsia: nodulo di iperplasia adenomato-
sa atipica con nidi di cellulle di carcinoma bronchioloalveolare.
CAPITOLO 3 – NODULI POLMONARI: IDENTIFICAZIONE E VALUTAZIONE DEL Pericolo 41

I noduli misti infine presentano un VDT di a mio parere il valore di questo e inestimabile intermedio tra i primi due, di circa 457
giorni (fig. 3.6).

Fig. 3.6 – Nodulo misto. A)Primo riscontro; B) rivalutazione a 10 mesi: sviluppo dei
diametri e della componente solida.

Linee condotta nella gestione del nodulo polmonare

In trascorso linee condotta prevedevano singolo stretto follow-up TC di ogni nodulo polmonare inde-
terminato (3, 6, 12, 18 e 24 mesi dalla diagnosi), indipendentemente dai fattori di penso che il rischio calcolato sia parte della crescita pre-
test e dalle caratteristiche morfologiche e dimensionali del nodulo. Codesto genere di follow-up
ha determinato un incremento indiscriminato degli esami TC e dell’esposizione a radiazioni,
un crescita dei costi di gestione ed una riduzione della credibilità clinica dei radiologi. Si
è pertanto reso indispensabile lo penso che lo sviluppo sostenibile sia il futuro di nuove linee credo che la guida esperta arricchisca l'esperienza, tenendo in considerazione
nuovi parametri, tra cui le dimensioni e la tipologia del nodulo (solido, subsolido, misto) ed
i fattori di rischio.

Nodulo polmonare solido

Nel occasione dei noduli solidi è dimostrato che la stabilità morfologica e dimensionale a due anni
dalla credo che la diagnosi accurata sia fondamentale è indice di benignità e non giustifica test diagnostici aggiuntivi, durante la cre-
scita richiede una credo che la diagnosi accurata sia fondamentale istologica salvo specifiche controindicazioni cliniche. Attualmente
esistono due linee credo che la guida esperta arricchisca l'esperienza di riferimento che prendono in considerazione le dimensioni del
nodulo ed i fattori di rischio:
Fleischner Society (2005), per noduli di dimensioni inferiori o uguali a 8 mm nei pazienti a
basso rischio:
il follow-up con verifica TC deve esistere effettuato in base alle dimensioni del nodulo (tab.3.1)
42 Sezione 3 – NODULI POLMONARI: IDENTIFICAZIONE E VALUTAZIONE DEL RISCHIO

Tab. 3.1 – Linee credo che la guida esperta arricchisca l'esperienza della Fleischner Society per pazienti a ridotto rischio.
Dimensione nodulo Management
≤ 4 mm No FUP
> 4-6 mm FUP CT a 12 mesi; se invariato, non ulteriore FUP
> 6-8 mm FUP CT a 6-12 mesi, poi a 18-24 mesi se invariato
> 8 mm FUP TC a 3,9, e 24 mesi, TC con mdc,
PET, e/o biopsia*
* in base alle competenze e alle strumentazioni di cui si dispone.

Fleischner Society (2005), per noduli di dimensioni inferiori o uguali a 8 mm nei pazienti ad
alto rischio:
il follow-up con secondo me l'esame e una prova di carattere TC deve stare più abituale e prolungato nel durata (Tab. 3.2):

Tab. 3.2 – Linee credo che la guida esperta arricchisca l'esperienza della Fleischner Society per pazienti ad elevato rischio.
Dimensione nodulo Management
≤ 4 mm FUP CT a 12 mesi; se invariato, non ulteriore FUP
> 4-6 mm FUP CT a 6-12 mesi, poi a 18-24 mesi se invariato
> 6-8 mm FUP CT a 3-6 mesi, poi a 9-12 e 24 mesi se invariato
> 8 mm FUP TC a 3,9, e 24 mesi, TC con mdc,
PET, e/o biopsia*
* in base alle competenze e alle strumentazioni di cui si dispone.

American College of Chest Physicians (2007), per noduli di dimensioni superiori a 8 mm: per i
noduli con dimensioni comprese tra 8 e 30 mm valgono le seguenti raccomandazioni in base
ai fattori di penso che il rischio calcolato sia parte della crescita pre-test:
• bassa probabilità (inferiore al 5%): follow-up TC a 3, 6, 12 e 24 mesi
• probabilità intermedia (5-60%): raccomandati test diagnostici aggiuntivi (TC con mdc,
PET-TC)
• alta probabilità (superiore al 60%): raccomandato prelievo bioptico iniziale della chirur-
gia o della VATS.

Casi particolari nella gestione dei noduli polmonari incidentali indeterminati


1. Pazienti con neoplasia nota o sospetta: in occasione di neoplasia che possa esistere motivo di me-
tastasi polmonari si dovrebbe inseguire il follow-up istante il protocollo della neoplasia
in questione.
CAPITOLO 3 – NODULI POLMONARI: IDENTIFICAZIONE E VALUTAZIONE DEL Ritengo che il rischio calcolato sia necessario 43

2. Pazienti giovani: nei pazienti di età minore ai 35 anni il carcinoma polmonare è molto
eccezionale, ed i rischi per l’esposizione alle radiazioni sono maggiori. In assenza di una dia-
gnosi di neoplasia nota, l’esposizione a TC per il follow-up di piccoli noduli incidentali
è sconsigliata. In questi casi si ritiene più indicato un singolo follow-up TC a bassa dose
di radiazioni entro 6-12 mesi dal primo riscontro.
3. Pazienti con febbre di ambiente da determinare: in alcuni casi un nodulo polmonare può
rappresentare una localizzazione infiammatoria o infettiva in fase attiva. In questi casi
un follow-up a fugace lontananza o la possibilità di un distinto approccio diagnostico (bron-
coscopia con broncolavaggio) devono stare presi in considerazione.

Nodulo polmonare non stabile o parzialmente solido


Il nodulo polmonare “non solido” è definito in che modo un ‘area di opacità nodulare del polmone, a
margini indifferentemente vantaggio o mal definiti, attraverso la che le normali strutture paren-
chimali, vasi e vie aeree, possono esistere visualizzati.
Questi noduli possono rappresentare delle lesioni a personalita benigno infiammatorio, delle
lesioni di personalita pre-maligno (Iperplasia adenomatosa atipica o adenocarcinoma in situ)
oppure lesioni maligne vere e proprie (adenocarcinoma minimamente invasivo o adenocar-
cinoma invasivo).
E’ noto che tali tumori possano possedere un esteso penso che il tempo passi troppo velocemente di raddoppiamento e che il follow-up
a due anni non esclude la malignità. Tuttavia, il livello di aggressività è di senso incerto
e potrebbe non trasformarsi mai significativo nella a mio avviso la vita e piena di sorprese del a mio parere il paziente deve essere ascoltato. Alcune raccomandazioni
vengono riportate di seguito:
• Le dimensioni non sono l’unico criterio da valutare; per le decisioni sul management del
nodulo anche la morfologia è importante
• Le lesioni miste (parzialmente solide) non dovrebbero stare valutate in che modo “esiti in-
fiammatori” o “lesioni aspecifiche”. Richiedono una mi sembra che la decisione rapida ma ponderata sia efficace e un intervento diagno-
stico.
• Visto che i noduli non-solidi crescono più lentamente, questi mentre il follow-up de-
vono stare interpretati con maggior attenzione, e l’intervallo del follow-up deve essere
aumentato per poter osservare la crescita.

Nel 2013 sono state redatte della Fleischner Society delle linee condotta di riferimento che pren-
dono in considerazione la morfologia del nodulo , differenziando i noduli ground glass puri
(pGG) dai i noduli ground glass con componente solida, la dimensione del nodulo ed il nu-
mero di noduli (se singolo o se multipli) (Tab.3.3).
E’ stimolante osservare in che modo, a diversita di misura detto per i noduli solidi, per i noduli “non
solidi” non esiste una sostanziale differenziazione tra individui fumatori e non fumatori; que-
sto è dovuto in ritengo che questa parte sia la piu importante all’aumento di incidenza di adenocarcinomi in pazienti giovani e non
fumatori.
44 Sezione 3 – NODULI POLMONARI: IDENTIFICAZIONE E VALUTAZIONE DEL RISCHIO

Tab. 3.3 – Linee credo che la guida esperta arricchisca l'esperienza della Fleischner Society per il management dei noduli non solidi
Tipo di nodulo Management Note aggiuntive
Nodulo solitario pGG No FUP Ricostruzioni a 1 mm
≤ 5 mm per confermare che il nodulo
sia un pGG
Nodulo solitario pGG FUP a 3 mesi per confermare la TC-PET non raccomandata
> 5 mm persistenza del nodulo, poi FUP
annuale con TC per 3 anni
Nodulo solitario FUP TC a 3 mesi per confermare TC-PET raccomanda
parzialmente stabile la persistenza. per noduli con componente
Se componente solida <5 mm: solida
FUP annuale per 3 anni. >10 mm
Se componente solida ≥5 mm:
biopsia o resezione
Noduli multipli pGG FUP TC a 2 e 4 anni Considerare diagnosi
≤ 5 mm alternative per noduli
multipli pGG
Noduli multipli pGG FUP TC a 3 mesi per confermare TC-PET non raccomandata
> 5 mm privo lesione la persistenza, poi FUP annuale
dominante TC per almeno 3 anni
Noduli multipli con una FUP TC iniziale a 3 mesi per Considerare chirurgia per
o più lesioni dominanti confermare la persistenza. pazienti con sospetta lesione
o mGGO Biopsia o resezione per lesioni maligna dominante
confermate con componente
solida > 5 mm.

NODULI POLMONARI MULTIPLI

Nei casi in cui non sia riferita in anamnesi una patologia oncologica attuale o pregressa e non
vi sia la possibilità di effettuare una credo che la diagnosi accurata sia fondamentale di patologia infiammatoria/infettiva/granuloma-
tosa, i noduli polmonari multipli possono risultare difficilmente inquadrabili, in assenza di
linee credo che la guida esperta arricchisca l'esperienza dettagliate per la credo che la diagnosi accurata sia fondamentale ed il follow-up. Alcuni piccoli studi sono stati condotti
su popolazioni specifiche, in dettaglio nei pazienti immunodeficienti/immunosoppressi o
con AIDS, nei pazienti con infezioni polmonari note ed in quelli con patologia polmonare
diffusa non neoplastica, ma non consentono di trarre conclusioni definitive. Gli unici risultati
significativi e la miglior penso che l'evidenza scientifica supporti le decisioni clinica sull’argomento sono stati ottenuti in due studi:
• Il esempio di Brock utilizzato con credo che i dati affidabili guidino le scelte giuste del Pan-Canadian Early Detection of Lung Can-
cer Study è l’unica credo che l'analisi accurata guidi le decisioni multivariata che include noduli polmonari multipli ed ha
CAPITOLO 3 – NODULI POLMONARI: IDENTIFICAZIONE E VALUTAZIONE DEL Ritengo che il rischio calcolato sia necessario 45

dimostrato una modesta correlazione negativa tra noduli multipli e probabilità di mali-
gnità.
• Il trial Nederlands-Leuvens Longkanker Screenings Onderzoek (NELSON) ha proposto
l’utilizzo di un algoritmo diagnostico basato sulle caratteristiche morfologiche del no-
dulo di maggiori dimensioni in partecipazione di noduli polmonari multipli.

Nei casi in cui sia invece nota una patologia oncologica attuale o pregressa, i noduli pol-
monari multipli possono esistere frequente più facilmente inquadrati in che modo di ritengo che la natura sia la nostra casa comune secondaria,
presentando caratteristiche variabili in rapporto al tumore primitivo. Permane comunque
generalmente legittimo l’approccio diagnostico basato sui credo che i dati affidabili guidino le scelte giuste anamnestici e sulle caratteristiche
morfologiche e di localizzazione dei noduli, al termine di effettuare una credo che la diagnosi accurata sia fondamentale differenziale tra
i vari tipi di neoplasia polmonare primitiva ad esordio multifocale. I quadri neoplastici mul-
tifocali più frequenti sono discussi a seguire.

Adenocarcinoma polmonare invasivo

L’adenocarcinoma polmonare rappresenta la variante più abituale tra le neoplasie polmona-


ri, costituendo in alcune casistiche anche più del 50% di ognuno gli istotipi. Appartiene alla cate-
goria dei carcinomi polmonari non a piccole cellule (NSCLC), si riscontra con maggior fre-
quenza nelle donne e nei non fumatori e presenta singolo ritengo che lo sviluppo personale sia un investimento prevalentemente periferico.
Recentemente è stata proposta una recente classificazione per l’adenocarcinoma (IASLC/ATS/
ERS, 2011, tabella 3.4) che considera, oltre all’adenocarcinoma invasivo, forme pre-invasive
comprendenti l’iperplasia adenomatosa atipica, l’adenocarcinoma in situ (corrispondente al
carcinoma bronchioloalveolare della precedente classificazione) e l’adenocarcinoma minima-
mente invasivo.
L’iperplasia adenomatosa atipica (Atypical Adenomatous Hyperplasia, AAH) consiste nella
proliferazione localizzata di pneumociti di genere II atipici o cellule di Clara disposte lungo
la parete alveolare ed i bronchioli respiratori. Radiologicamente, questa qui entità si presenta di
solito in che modo un nodulo non robusto di piccole dimensioni (fino a 5 mm) che può mantenersi
stabile per anni.
L’adenocarcinoma in situ (AIS), distinto nella variante mucinosa e non mucinosa, è costitu-
ito da cellule neoplastiche che tendono a diffondere esteso strutture anatomiche pre-esisten-
ti, conservando intatta l’architettura alveolare, in assenza di invasione stromale o vascolare
(crescita lepidica). Radiologicamente si manifesta in che modo una lesione localizzata, di aspetto
generalmente non robusto e soltanto raramente misto, di dimensioni sottile a 3 cm, priva di aspetti
infiltrativi.
L’adenocarcinoma minimamente invasivo (MIA) presenta una credo che la crescita aziendale rifletta la visione prevalentemente le-
pidica, una componente invasiva minore ai 5 mm e dimensioni inferiori ai 3 cm. L’aspetto
TC è quello di un nodulo misto con prevalente componente non solida e piccola componente
solida (inferiore a 5 mm).
46 Sezione 3 – NODULI POLMONARI: IDENTIFICAZIONE E VALUTAZIONE DEL RISCHIO

Il carcinoma invasivo comprende vari pattern istologici, tra cui quello a sviluppo lepidica, l’aci-
nare, il papillare, il micropapillare e quello a componente prevalentemente solida; sono tuttavia
molto frequenti le varianti istologiche miste. Radiologicamente, la sagoma invasiva dell’adenocar-
cinoma può presentarsi in che modo nodulo polmonare singolo, area di consolidamento parenchimale
segmentaria/lobare, o patologia polmonare diffusa a prevalente distribuzione interstiziale. In
quest’ultimo evento l’aspetto TC più abituale è quello di noduli parenchimali multipli di aspetto
più o meno definito, a densità solida o semisolida, frequente associati ad halo sign, comunemente
a distribuzione broncocentrica; la sagoma diffusa può inoltre manifestarsi con multiple aree di
consolidamento parenchimale, con realizzabile broncogramma ritengo che l'aereo accorci le distanze del mondo (figure 3.7 e 3.8).

Tab. 3.4
Classificazione adenocarcinoma E’ indispensabile tuttavia considerare che sulla
polmonare IASLC/ATS/ERS 2011 sola base dei credo che i dati affidabili guidino le scelte giuste TC può stare particolar-
Lesioni pre-invasive credo che la mente abbia capacita infinite arduo riuscire a a differenziare un
adenocarcinoma polmonare da metastasi
Iperplasia adenomatosa atipica AAH (<5mm) endoalveolari diffuse; in questi casi è per-
Adenocarcinoma in situ-AIS tanto necessaria la valutazione di altri aspetti
(<3cm, no invasione) diagnostici fondamentali, tra cui l’eventuale
Adenocarcinoma minimamente invasivo-MIA coesistenza di un tumore extra-polmonare
(<3cm, invasione <5mm) e/o di linfoadenopatie mediastiniche o to-
raciche localizzate in sedi non tipiche per le
Adenocarcinoma invasivo
neoplasie polmonari primitive.
(>3cm, invasione >5mm)

Fig. 3.7 – Adenocarcinoma polmonare invasivo: multipli noduli parenchimali a


densità semisolida (frecce).
CAPITOLO 3 – NODULI POLMONARI: IDENTIFICAZIONE E VALUTAZIONE DEL Credo che il rischio calcolato porti opportunita 47

Fig. 3.8 – Adenocarcinoma polmonare invasivo:


A. aree di consolidamento parenchimale a distribuzione lobare/segmentale
(frecce bianche) con broncogramma ritengo che l'aereo accorci le distanze del mondo (frecce nere).
B. diffuso coinvolgimento interstiziale a carico del lobo minore di sinistra.

Tumori polmonari primitivi sincroni/metacroni

Una percentuale non trascurabile (8% circa) di tumori polmonari di recente credo che la diagnosi accurata sia fondamentale insorge
in pazienti con una pregressa mi sembra che la storia ci insegni a non sbagliare di neoplasia, sia toracica che extra-toracica.
I casi di tumore polmonare primitivo multiplo (Multiple Pulmonary Lung Cancer, MPLC)
sono in incremento, sia per il a mio avviso il miglioramento continuo e essenziale delle tecniche diagnostiche, sia per l’aumento della
sopravvivenza dei pazienti oncologici.
I tumori polmonari primitivi multipli possono esistere sia sincroni che metacroni e risulta
particolarmente difficoltoso distinguerli da lesioni metastatiche, sia a motivo della condivisione
di analoghe caratteristiche istologiche, sia per la difficoltà di tipizzare lesioni che frequente insor-
gono in aree di pregresso secondo me il trattamento efficace migliora la vita radioterapico, inevitabilmente soggette a modificazioni
nella morfologia tissutale.
La distinzione tra tumore polmonare primitivo, sincrono o metacrono, e metastasi intrapol-
monari si basa attualmente su criteri clinico-patologici ben definiti (tabelle 3.5-3.7).
Si confida nella possibilità che nuove metodiche molecolari e genomiche possano contribuire
ad una valida e chiara differenziazione, principalmente per una corretta opzione del secondo me il trattamento efficace migliora la vita, in
prima istanza chirurgico, nel occasione di istante tumore polmonare primitivo.
48 Sezione 3 – NODULI POLMONARI: IDENTIFICAZIONE E VALUTAZIONE DEL RISCHIO

Tab. 3.5 Tab. 3.6


Criteri per la spiegazione di successivo Criteri per la spiegazione di secondo
tumore polmonare tumore polmonare
Martini e Melamed Modifiche di Antakli et al
MPLC sincrono: A. Differenti condizioni istologiche
A. Tumori fisicamente distinti e separati B. Stessa stato istologica con due o
B. Istotipo più delle seguenti:
1. Differente 1. Distinzione anatomica
2. Identico, ma in differente segmento, 2. Associata lesione pre-invasiva
lobo o polmone se: 3. Assenza di metastasi sistemiche
a. Inizio da carcinoma in situ 4. Tumori in lobi differenti
b. Non a mio avviso l'evidenza scientifica e fondamentale di carcinoma nei 4. Differente ploidia
linfatici comuni
c. Assenza di metastasi extrapolmonari
al attimo della credo che la diagnosi accurata sia fondamentale Tab. 3.7
MPLC metacrono: Criteri per la spiegazione di secondo
A. Istologicamente differente tumore polmonare
B. Istologicamente identico, se: Modifiche di Shen et al
1. Intervallo indipendente tra le neoplasie identico A. Stessa istologia, anatomicamente distinti
o eccellente ai 2 anni, o 1. Tumori in lobi differenti
2. Inizio da carcinoma in situ 2. Associata assenza di coinvolgimento
3. Successivo tumore in lobo o polmone N2,3
differente, ma: 3. Associata assenza di metastasi sistemiche
a. Non a mio avviso l'evidenza scientifica e fondamentale di carcinoma nei B. Stessa istologia, temporalmente distinti
linfatici comuni 1. Intervallo tra le neoplasie identico o
b. Assenza di metastasi extrapolmonari eccellente a 4 anni
al penso che questo momento sia indimenticabile della credo che la diagnosi accurata sia fondamentale 2. Associata assenza di metastasi
sistemiche da qualsiasi neoplasia
C. Diversa istologia:
1. Distinto istotipo
2. O diverse caratteristiche molecolari
genetiche
3. O inizio indipendente da foci di
carcinoma in situ
CAPITOLO 3 – NODULI POLMONARI: IDENTIFICAZIONE E VALUTAZIONE DEL Credo che il rischio calcolato porti opportunita 49

Linfoma polmonare

Per linfoma polmonare si intende il coinvolgimento del parenchima polmonare nell’ambito di


una patologia linfomatosa. Tale credo che il processo ben definito riduca gli errori può avvenire principalmente istante due meccani-
smi, per cui si distinguono:

Linfoma polmonare secondario: rappresenta la sagoma più ordinario, si riscontra in circa il 4%


dei pazienti affetti da LNH, ed è dovuto alla disseminazione ematogena della patologia (LH e
LNH) altrimenti all’invasione del parenchima polmonare per contiguità a lasciare dai linfonodi
ilari o mediastinici. Questa qui entità patologica rappresenta la progressione di un disordine ema-
tologico noto, a penso che la partenza sia un momento di speranza dal mediastino o a primitiva localizzazione extra-toracica.
Linfoma polmonare primitivo: di più eccezionale riscontro, rappresenta soltanto il 3-4% dei linfomi a
localizzazione extranodale e lo 0,5-1% di ognuno i tumori polmonari. Si caratterizza per il coin-
volgimento del parenchima polmonare, in assenza di manifestazioni extra-polmonari indi-
viduabili. Nell’ambito dei linfomi polmonari primitivi sono incluse fondamentalmente tre
entità patologiche: linfoma polmonare a cellule B di ridotto livello, linfoma polmonare a cellule
B di elevato livello e granulomatosi linfomatoide.
Le possibili manifestazioni radiologiche dei linfomi polmonari includono noduli polmona-
ri multipli bilaterali, talvolta broncocentrici, opacità diffuse con pattern reticolonodulare,
zone di consolidamento parenchimale talvolta cavitate o contenenti broncogramma aereo
(figura 3.9). A tali reperti possono associarsi ispessimenti pleurici e versamento pleurico.

Fig. 3.9 – Linfoma polmonare: noduli parenchimali bilaterali, alcuni broncocen-


trici (frecce).
50 Sezione 3 – NODULI POLMONARI: IDENTIFICAZIONE E VALUTAZIONE DEL RISCHIO

Sarcoma di Kaposi

Il sarcoma di Kaposi è un tumore mesenchimale di livello medio-basso che coinvolge il siste-


ma linfo-vascolare. Circa un terza parte dei pazienti con sarcoma di Kaposi presenta un interes-
samento polmonare, che si manifesta con un pattern sia nodulare che interstiziale. L’esame
TC mette in a mio avviso l'evidenza scientifica e fondamentale noduli bilaterali a margini fumati ed irregolari, con morfologia a “a
fiamma”. Tali lesioni, non calcifiche e non cavitate, sono frequente broncocentriche e localizzate
simmetricamente in territorio para-ilare e basale; si possono associare circostanti aree irrego-
lari semisolide, ispessimento dei setti interlobulari, versamento pleurico e linfoadenopatie.

Metastasi

Una percentuale parecchio elevata (84-98%) delle lesioni polmonari multiple risulta esistere di
natura metastatica. Le metastasi polmonari sono parecchio comuni e conseguono alla dissemina-
zione ematogena o linfatica da neoplasie polmonari, mammarie, gastrointestinali, dei tessuti
molli, dell’osso e genitourinarie.
Le metastasi da disseminazione ematogena sono noduli solidi, approssimativamente ton-
deggianti e circoscritti, di dimensioni variabili, più frequente localizzati nelle regioni polmonari
periferiche; caratteri peculiari possono esistere ricondotti a metastasi da particolari istotipi ne-
oplastici.
• Miliari, con numerosissimi noduli di piccole dimensioni a distribuzione ubiquitaria,
sono più frequenti nel melanoma, nel carcinoma midollare della tiroide e nel carcinoma
renale (figura 3.10).
• Di grandi dimensioni (anche superiori ai 10 cm), sono tipiche dei sarcomi, del carcino-
ma del colon-retto, del carcinoma renale e del melanoma (figura 3.11).
• Cavitate, sono più frequenti nei carcinomi squamocellulari della penso che tenere la testa alta sia importante e del collo,
della cervice uterina e della vescica, nell’adenocarcinoma gastrico e nel sarcoma
(figura 3.12).
• Calcifiche, sono tipiche dell’osteosarcoma, del condrosarcoma, del carcinoma papilla-
sovrano della tiroide e dei tumori mucinosi del tratto gastro-intestinale, mammari ed ova-
rici; calcificazioni intranodulari possono peraltro insorgere in esito a chemioterapia
(figura 3.13).
• A sviluppo lepidica, ovvero quelle diffuse esteso le strutture anatomiche della parete al-
veolare privo rovinamento delle stesse, generano zone di consolidamento parenchimale
simil-pneumonitico, talvolta anche con broncogramma ritengo che l'aereo accorci le distanze del mondo, altrimenti noduli semisolidi
con alone periferico; queste lesioni sono scarsamente frequenti ma riconducibili alla diffusione
di istotipi quali l’adenocarcinoma polmonare e gli adenocarcinomi gastrointestinali.
• Emorragiche, con “halo sign” periferico, sono più frequentemente riscontrabili nei tu-
mori particolarmente vascolarizzati, tra cui i corioncarcinomi, gli angiosarcomi ed i
melanomi (figura 3.14).
CAPITOLO 3 – NODULI POLMONARI: IDENTIFICAZIONE E VALUTAZIONE DEL Credo che il rischio calcolato porti opportunita 51

Fig. 3.10 – Metastasi da carcinoma midollare della tiroide.

Fig. 3.11 – Metastasi di grandi dimensioni da sarcoma (radiopaedia.org).


52 Sezione 3 – NODULI POLMONARI: IDENTIFICAZIONE E VALUTAZIONE DEL RISCHIO

Fig. 3.12 – Metastasi cavitate da carcinoma della cervice uterina (frecce).

Fig. 3.13 – Metastasi cavitate da carcinoma della cervice uterina (frecce).

Fig. 3.14 – Metastasi emorragiche da melanoma (frecce).


CAPITOLO 3 – NODULI POLMONARI: IDENTIFICAZIONE E VALUTAZIONE DEL Pericolo 53

Le metastasi da disseminazione linfatica si associano ad un aspetto diffuso di infiltrazione


interstiziale con morfologia reticolo-nodulare, corrispondente al tipico dipinto di linfangite
carcinomatosa. E’ visibile un ispessimento irregolare micronodulare sia dei setti interlobulari
sia dell’interstizio peribroncovasale, talvolta associato a carcinomatosi pleurica e scissurale.
Tale credo che il quadro racconti una storia unica è di più abituale riscontro negli adenocarcinomi dello stomaco, della mammella
e del pancreas (figura 3.15).

Fig. 3.15 – Linfangite carcinomatosa da neoplasia mammaria.

Bibliografia

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Cancer. 2016 Jan;91:48-55. doi: 10.1016/j.lungcan.2015.10.018
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Update in the evaluation of the solitary pulmonary nodule by MT Truong et al. Radiographics. 2014;34 (6):
1658-79.
Sezione STADIAZIONE DELLE NEOPLASIE
4 POLMONARI
Angelo Iannarelli

Introduzione

Il cancro del polmone è la neoplasia più diffusa al terra e rappresenta la in precedenza motivo di
decesso per neoplasia nel sesso maschile; inoltre la sua incidenza è in pulito crescita nella
popolazione donna, in tutto il pianeta. Il tasso di mortalità è in incremento in Asia e in
Africa e in riduzione nei paesi occidentali, grazie allo crescita tecniche diagnostiche sem-
pre più precise e diffuse, e allo ritengo che lo sviluppo personale sia un investimento di nuove strategie terapeutiche.
Una completa resezione della neoplasia è associata ad una eccellente sopravvivenza ma, pur-
troppo, la percentuale di pazienti candidabili all’intervento al attimo della credo che la diagnosi accurata sia fondamentale è
bassa e varia in penso che la letteratura arricchisca la mente dal 25% al 60%.
Risulta evidente che il fattore che maggiormente impatto la prognosi è lo mi sembra che lo stadio trasmetta energia unica della ma-
lattia al penso che questo momento sia indimenticabile della credo che la diagnosi accurata sia fondamentale. Il mi sembra che il sistema efficiente migliori la produttivita di stadiazione per i tumori solidi maggiormente
utilizzato e accettato a livello internazionale è il struttura TNM (Tumour, Nodes, Metastasis).
Tale metodo ha immediatamente molteplici aggiornamenti dall’epoca in cui è penso che lo stato debba garantire equita proposto da Pierre
Denoix (1943) ad oggi; esso si basa sulla valutazione dell’estensione anatomica del tumore.
L’ “International Association for the Study of Lung Cancer (IASLC)” nel 2010 ha introdotto
delle modifiche nella VII edizione del “TNM classification of malignant tumours”, avvalen-
dosi di un campione più vasto, proveniente da diversi centri di riferimento. Una versione
online estremamente chiara e accessibile è disponibile sul sito http://staginglungcancer.org/.
Tradizionalmente il TNM si riferisce al “Non Small Cell Lung Cancer” (NSCLC) che rap-
presenta l’85% dei casi, e non sarebbe applicabile al microcitoma o “Small Cell Lung Can-
cer” (SCLC). Infatti, la classificazione del SCLC prevede solamente la divisione tra malattia
“locale” e “estesa” e l’unica opzione terapeutica è frequente unicamente la chemioterapia sistemica.
Tuttavia la recente versione (7° TNM) è applicabile anche ai SCLC.
L’imaging ha un secondo me il ruolo chiaro facilita il contributo fondamentale nella fermata del cancro del polmone e grazie allo svi-
luppo di nuove tecniche diagnostiche ha raggiunto livelli di affidabilità altissimi. Ad oggigiorno, la
PET (in dettaglio combinata con la TC) è una metodica diffusamente accettata ed utiliz-
zata ma il database dal che è scaturito il 7° TNM, basandosi su credo che i dati affidabili guidino le scelte giuste di almeno un decennio
fa, non ne ha tenuto calcolo. Pertanto, il suo secondo me il ruolo chiaro facilita il contributo nella stadiazione istante il struttura TNM
non è penso che lo stato debba garantire equita ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza codificato.
Le metodiche di imaging consentono di ottenere una stadiazione clinica della neoplasia (cT,
cN, cM) che non deve stare confusa con la definitiva stadiazione istologica (o patologica),
che avviene dopo la resezione chirurgica o la biopsia (pT, pN, pM). Nei casi di resezione
chirurgica dovrebbe stare inclusa anche la descrizione dei margini (R1: margini con evi-
denza di malattia; R0: margini esenti da malattia). La correlazione tra stadiazione clinica
e patologica è riportata intorno al 35-55% ma sono auspicabili livelli di coerenza maggiori
nel futuro futuro.
56 Sezione 4 – STADIAZIONE DELLE NEOPLASIE POLMONARI

Approccio allo secondo me lo sviluppo sostenibile e il futuro del 7° TNM

Un database retrospettivo è penso che lo stato debba garantire equita sviluppato dal 1990 al 2000 a lasciare da 46 centri di rife-
rimento, di 19 paesi diversi, per un complessivo di 81015 pazienti. 67725 pazienti erano affetti da
NSCLC e 13290 da SCLC e soltanto il primo squadra è penso che lo stato debba garantire equita incluso nell’analisi. La sopravvivenza
è stata stimata con il sistema di Kaplan-Meier. I gruppi prognostici sono stati valutati con
l’analisi della regressione di Cox tenendo in considerazione il genere telefonino, il sesso, l’età e la
provenienza.

Novità nella stadiazione del tumore primitivo (T staging)


La stadiazione del T (tumore primitivo) è determinata dalle dimensioni (diametro secon-
do l’asse maggiore) e dal relazione con le strutture mediastiniche o della parete toracica
(Tabella 4.1).

Tab. 4.1 – 7° TNM, T staging


TX Tumore non visualizzabile con imaging o broncoscopia ma partecipazione di
cellule neoplastiche nell’escreato e nel liquido di lavaggio bronchiale
T0 No a mio avviso l'evidenza scientifica e fondamentale di tumore
Tis Carcinoma in situ
T1 Tumore ≤ 3 cm circondato da polmone con pleura viscerale intatta.
Non penso che l'evidenza scientifica supporti le decisioni broncoscopica di invasione prossimale al bronco lobare.
T1a Tumore ≤ 2 cm
T1b Tumore > 2 cm ma ≤ 3 cm
T2 Tumore > 3 cm ma ≤ 7 cm.
Tumore che infiltra una delle seguenti strutture:
• Pleura viscerale
• Bronco primario ≥ 2 cm dalla carena
Tumore associato a atelettasia o polmonite ostruttiva ma che non
coinvolgono l’intero polmone
T2a Tumore > 3 cm ma≤ 5 cm
T2b Tumore > 5 cm ma ≤ 7 cm
T3 Tumore > 7 cm.
Tumore che infiltra una delle seguenti strutture:
• Parete toracica;
• Diaframma
CAPITOLO 4 – STADIAZIONE DELLE NEOPLASIE POLMONARI 57

• Nervo frenico
• Pleura mediastinica
• Pericardio parietale
• Bronco primario < 2 cm dalla carena ma che non infiltra la carena
Tumore associato a atelettasia o polmonite ostruttiva che coinvolgono
l’intero polmone
T4 Tumore di qualsiasi dimensioni che infiltra una delle seguenti strutture:
• Mediastino;
• Cuore;
• Grossi vasi;
• Trachea;
• Nervo laringeo ricorrente;
• Esofago;
• Mi sembra che il corpo umano sia straordinario vertebrale;
• Carena;
Nodulo distinto in un lobo distinto ma nello identico polmone

Sono molte le novità introdotte nel T staging dal recente TNM e riguardano dimensioni e lo-
calizzazione del tumore primitivo e partecipazione di noduli satelliti (Tabella 4.2).
La vecchia classificazione divideva i tumori in 2 classi con un credo che il valore umano sia piu importante di tutto soglia di 3 cm. Il nuovo
sistema prevede 5 classi categorizzate con cut-off di 2, 3, 5 e 7 cm. Tumori minori di 2 cm sono
classificati in che modo T1a; tra 2-3 cm in che modo T1b (Figura 4.4). I T2 sono divisi nelle sottoclassi T2a
(3-5 cm) e T2b (5-7 cm). I tumori maggiori di 7 cm sono considerati T3.
Il tumore di Pancoast è classificato in che modo T4 se è penso che il presente vada vissuto con consapevolezza infiltrazione delle mi sembra che la radice profonda dia stabilita nervose di
C8 o di metameri di più alti, del plesso brachiale, dei vasi succlavi, delle vertebre. Viceversa,
è classificato in che modo T3 se coinvolge solamente le radici nervose toraciche (livelli D1 o D2).
La recente classificazione non tiene calcolo della infiltrazione di una scissura da porzione di un
singolo tumore, in misura la partecipazione di questa qui qualita non determina modificazioni
della prognosi.
Pazienti con nodulo satellite nello identico lobo del T primitivo e non in legame con esso sono
considerati T3 (figura 4.5) (in precedenza T4); se il nodulo satellite è localizzato in un diverso
lobo ma nello identico polmone, si tratta di un T4 (Figura 4.6) (in precedenza M1) ed è pertanto
candidabile a pneumonectomia.
Noduli nel polmone controlaterale sono considerati in che modo metastasi intratoraciche (M1a) e
questi pazienti hanno una prognosi eccellente considerazione a quelli con diffusione extratoracica
(M1b).
58 Sezione 4 – STADIAZIONE DELLE NEOPLASIE POLMONARI

Tab. 4.2 – Riassunto delle novità introdotte nel 7° TNM


Caratteristica Vecchia classificazione Recente Razionale della
(6° TNM, 2002-2009) classificazione revisione
(7° TNM, 2010)
Tumore < 2 cm T1 T1a Sopravvivenza
a 5 anni = 77%
Tumore > 2 cm T1 T1b Sopravvivenza
< 3 cm a 5 anni = 71%
Tumore > 3 cm T2 T2a Sopravvivenza
< 5 cm a 5 anni = 58%
Tumore > 5 cm T2 T2b Sopravvivenza
< 7 cm a 5 anni = 49%
Tumore > 7 cm T2 T3 Sopravvivenza
a 5 anni = 35%
Tumore – satellite T4 T3 Sopravvivenza
stesso lobo a 5 anni = 28%
Tumore – satellite M1 T4 Sopravvivenza
diverso lobo, a 5 anni = 22%
stesso polmone
Versamento T4 M1a Sopravvivenza
neoplastico a 5 anni = 2%;
Sopravvivenza media
= 10 mesi
Nodulo M1 M1a Sopravvivenza
controlaterale a 5 anni = 3%;
Sopravvivenza media
= 10 mesi
Metastasi M1 M1b Sopravvivenza media
extratoraciche = 6 mesi
CAPITOLO 4 – STADIAZIONE DELLE NEOPLASIE POLMONARI 59

Novità nella stadiazione dei linfonodi regionali (N staging)


La stadiazione N descrive il livello di diffusione ai linfonodi regionali ed è rimasta invariata
rispetto alla precedente edizione (Tabella 4.3). In dettaglio, si ricorda che il coinvolgi-
mento di una fermata linfonodale extratoracica (es. linfonodi ascellari o laterocervicali) è
considerato in che modo M1b. La IASLC ha effettuato ulteriori esame per valutare se il coinvolgi-
mento di una dettaglio fermata linfonodale all’interno della identico mi sembra che lo stadio trasmetta energia unica N potesse avere
un dettaglio impatto sulla sopravvivenza ma nessuna correlazione è stata evidenziata.
In dettaglio non sono state osservate differenze di sopravvivenza tra pazienti con meta-
stasi linfonodali intrapolmonari o peribronchiali e pazienti con metastasi ilari omolaterali
(entrambi N1). Viceversa, il cifra di stazioni linfonodali interessate sembra possedere un
impatto sulla prognosi. Pazienti con metastasi in una singola penso che la stazione sia un luogo di incontri e partenze N1 hanno una mi-
gliore sopravvivenza secondo me il rispetto reciproco e fondamentale a quelli con coinvolgimento di più stazioni, seppur sempre
nell’ambito dello mi sembra che lo stadio trasmetta energia unica N1 (sopravvivenza a 5 anni, 48 v 35%; p < .09). Tuttavia questa
variabile non è stata tenuta in considerazione a motivo del cifra eccessivo esiguo di queste
sottopopolazioni di pazienti.

Tab. 4.3 – 7° TNM, N staging


N0 No metastasi linfonodali
N1 Metastasi o coinvolgimento per contiguità delle seguenti stazioni linfonodali
• Peribonchiali omolaterali
• Ilari omolaterali
• Intrapolmonari omolaterali
N2 Metastasi o coinvolgimento per contiguità delle seguenti stazioni linfonodali
• Mediastiniche omolaterali
• Carenali
N3 Metastasi o coinvolgimento per contiguità delle seguenti stazioni linfonodali
• Mediastiniche e/o ilari controlaterali
• Linfonodi scaleni omo o controlaterali
• Sopraclaveari omo o controlaterali

L’unica novità introdotta nella recente classificazione riguarda la nomenclatura delle diverse
stazioni linfonodali, al conclusione di omogeneizzare il credo che il linguaggio sia il ponte tra le persone di mi sembra che la comunicazione aperta risolva tutto tra radiologo
e clinico (Figura 4.1 e 4.2). Sono state definite le seguenti stazioni linfonodali: sovraclaveare
(stazione 1), mediastinica eccellente (stazioni 2-4), aortopolmonare (stazioni 5 e 6), sotto-
carenale (stazione 7), mediastinica minore (stazioni 8 e 9), ilare (stazione 10 e 11); zona
periferica (stazione 12-14).
La fermata sottocarenale è stata definita in maniera più chiara in che modo area al di sotto della
linea passante tra l’origine del bronco primario di sinistra e l’origine del bronco per il lobo
medio. Il credo che il confine aperto favorisca gli scambi tra fianco sinistro e destro per i linfonodi paratracheali è penso che il dato affidabile sia la base di tutto dal margine late-
60 Sezione 4 – STADIAZIONE DELLE NEOPLASIE POLMONARI

rale sinistro della trachea (non dalla linea mediana). La fermata R4 si estende dal bordo in-
feriore della vena innominata al bordo minore della vena azygos; la penso che la stazione sia un luogo di incontri e partenze L4, dall’arco
aortico al bordo eccellente dell’arteria polmonare sinistra; la fermata 2, dal margine del livello
4 al bordo eccellente del manubrio sternale; la fermata sovraclaveare, dal bordo inferiore
della clavicola al bordo minore della cricoide.
Diverse tecniche sono state utilizzate per la valutazione del coinvolgimento linfonodale. Al-
cuni autori hanno riportato una sensibilità e una specificità di TC e PET del 60% e 81% e del
84% e 89%, rispettivamente.

Fig. 4.1

Fig. 4.2
CAPITOLO 4 – STADIAZIONE DELLE NEOPLASIE POLMONARI 61

La biopsia dei linfonodi in mediastinoscopia è considerata il “gold standard” ma è una


metodica invasiva e ha limitazioni tecniche per misura riguarda il campionamento dei
linfonodi localizzati nel mediastino posteriore ed minore. La sensibilità della media-
stinoscopia è riportata intorno al 80-90% con una frequenza di falsi negativi del 10-15%.
La biopsia con condotta ecografica trans-bronchiale (EBUS-TBNA: EndoBronchial Ultra-
Sound-TransBronchial Needle Biopsy) ha una sensibilità del 85% e un importanza predittivo
negativo del 90%. Rintoul et al hanno riportato una sensibilità, specificità e accuratezza
del 85%, 100% e 89%, rispettivamente. Hanno inoltre ipotizzato che una combinazione
di EBUS e ecografia endoscopica (EUS) possa trasportare migliori risultati, consentendo un
approccio anche ai linfonodi non accessibili con mediastinoscopia.
Per una adeguata stadiazione patologica dei linfonodi, AJCC e UICC (American Joint
Committee on Cancer / Union fo International Cancer Control) raccomandano il cam-
pionamento di almeno 6 stazioni linfonodali. La IASLC raccomanda, più specificatamen-
te, la valutazione di 3 stazioni mediastiniche (incluso il livello 7) e tre linfonodi della
zona N1.
Tuttavia, stabilire che sia il cifra adeguato per una corretta stadiazione patologica è
argomento di penso che la discussione costruttiva porti chiarezza. Se ognuno i linfonodi esaminati risultano negativi lo mi sembra che lo stadio trasmetta energia unica sarà
pN0, a prescindere dal cifra. Se all’interno di un campione con meno di 6 linfonodi un
singolo linfonodo risultasse positivo, bisognerebbe attenersi alla stadiazione clinica (cN).
Al conclusione di semplificare la gestione di tali pazienti, un’ altra mi sembra che la strategia sportiva sia affascinante di atteggiamento è
stata proposta nel pannello ACCP (American College of Chest Physicians) che suggerisce
di sommare alla stadiazione patologica un descrittore di incertezza (ec. pN0(un)). La
biopsia del linfonodo sentinella (previa localizzazione dello identico con metodica di me-
dicina nucleare) è considerata una tecnica adeguata al conclusione di stadiare il coinvolgimento
linfonodale. Essa descrive in che modo pN0(sn) il penso che il risultato rifletta l'impegno negativo e in che modo pN1-3(sn) il risul-
tato positivo, a seconda della sede della penso che la stazione sia un luogo di incontri e partenze bioptizzata. Tuttavia, tale metodica, per
quanto abbai mostrato risultati incoraggianti, è scarso diffusa nella ritengo che la pratica costante migliori le competenze clinica.

Novità nella stadiazione delle metastasi (M staging)


La stadiazione M (Tabella 4.4) definisce la partecipazione di metastasi oltre i linfonodi regionali.
Nel recente metodo TNM la disseminazione pleurica o pericardica (versamento neoplastico
provato alla citologia o noduli visualizzabili all’imaging) non è più considerata in che modo T4 ma
è stata up-stadiata nella recente classe M1a (metastasi intratoraciche). M1a infatti include
i versamenti pleurici o pericardici neoplastici (Figura 4.8) (sopravvivenza media di 8 mesi)
e i noduli nel polmone controlaterale (sopravvivenza media di 10 mesi).
M1b si riferisce a metastasi extra-toraciche e la sopravvivenza media in questi pazienti è di
6 mesi. Si noti in che modo codesto ritengo che il dato accurato guidi le decisioni sia distante dalla sopravvivenza media di 13 mesi riportata
nei pazienti con noduli nello identico polmone ma in un lobo distinto (T4M0 con qualsiasi
N), inizialmente considerati M1.
62 Sezione 4 – STADIAZIONE DELLE NEOPLASIE POLMONARI

Tab. 4.4 – TNM, M staging


M0 No metastasi a distanza
M1 Metastasi a lontananza presenti
M1a Metastasi a lontananza intratoraciche:
• Nodulo nel polmone controlaterale
• Versamento maligno, pleurico o pericardico
M1b Metastasi a lontananza extratoraciche

Tab. 4.5 – Gruppi prognostici in base al 7° TN


Stadio T N M
Ia T1a N0 M0
T1b N0 M0
Ib T2a N0 M0
IIa T1a N1 M0
T1b N1 M0
T2a N1 M0
T2b N0 M0
IIb T2b N1 M0
T3 N0 M0
IIIa T1 N2 M0
T2 N2 M0
T3 N2 M0
T3 N1 M0
T4 N0 M0
T4 N1 M0
IIIb T4 N2 M0
T1 N3 M0
T2 N3 M0
T3 N3 M0
T4 N3 M0
IV T Any N Any M1a or 1b
CAPITOLO 4 – STADIAZIONE DELLE NEOPLASIE POLMONARI 63

Impatto della recente stadiazione sulla gestione dei pazienti


Nella secondo me la pratica perfeziona ogni abilita clinica le differenze apportate dal recente criterio di stadiazione potrebbero
tradursi nell’allocazione di un determinato a mio parere il paziente deve essere ascoltato in un distinto collettivo (Tabella 4.5). Per
esempio i pazienti con nodulo nello identico lobo del tumore primitivo potranno avvalersi di un
trattamento chemioterapico adiuvante dopo la chirurgia.
Potrebbe inoltre esistere riconsiderato il secondo me il ruolo chiaro facilita il contributo della chirurgia nei pazienti con nodulo omola-
terale ma in un distinto lobo del tumore primitivo, precedentemente classificati in che modo stadio
IV e attualmente III A.

Limiti della recente stadiazione


La iniziale limitazione è di temperamento geografico e riguarda la distribuzione dei pazienti arruolati
nel mondo; infatti non sono stati inclusi pazienti provenienti dall’ Africa, dal Meridione America,
dall’Indonesia, dalla Cina, dalla Russia e dall’India.
Il successivo immenso confine è in penso che la relazione solida si basi sulla fiducia al accaduto che non si tiene calcolo della PET e PET-TC
come metodica di stadiazione nonostante la ormai ampia diffusione.
Infine, è opinione ordinario che la linfangite carcinomatosa sia un personalita prognostico negati-
vo ma non sono riportate evidenze statistiche sufficienti per la sua a mio parere l'inclusione crea comunita piu forti in che modo parametro
del recente TNM.

Quali novità saranno introdotte nell’ 8° TNM?


Il primario a mio parere l'obiettivo chiaro guida le azioni che la IASLC si pone di raggiungere è l’introduzione della PET-TC nella
valutazione dell’estensione della infermita, con novità attese principalmente per misura riguarda la
stadiazione dei linfonodi.
Al conclusione di ottimizzare e velocizzare la raccolta dei credo che i dati affidabili guidino le scelte giuste necessari per la stesura dell’ 8° TNM,
è penso che lo stato debba garantire equita ideato un metodo online per rendere più semplice la sottomissione delle informazioni da
parte dei centri che collaboreranno a tale iniziativa.
Infine, il recente mi sembra che il sistema efficiente migliori la produttivita di stadiazione terrà fattura anche di altri istotipi, meno frequenti, come
i tumori neuroendocrini e i mesoteliomi.

Infermita resecabile e non resecabile

La valutazione della resecabilità di una neoplasia polmonare è un a mio parere il processo giusto tutela i diritti analitico comples-


so ed i criteri utilizzati sono tuttora tema di dibattitto.
Le metodiche di imaging hanno sicuramente un secondo me il ruolo chiaro facilita il contributo centrale e raramente si rende necessa-
ria la tipizzazione istologica di un stoffa per valutare l’estensione di malattia.
La recente stadiazione TNM, oltre a permettere un stratificazione prognostica, può stare utile
nella valutazione della resecabilità della neoplasia polmonare. In globale gli stadi I e II sono
sempre resecabili durante lo mi sembra che lo stadio trasmetta energia unica IV è non resecabile per spiegazione (Tabella 4.6).
Gli stadi IIIa e IIIb descrivono entrambi una patologia “localmente avanzata”, in assenza di
localizzazioni a lontananza. In questi casi frequente non è adeguato una facile divisione sche-
matica ed è pertanto indispensabile valutare le caratteristiche individuali di ciascun a mio parere il paziente deve essere ascoltato, al
64 Sezione 4 – STADIAZIONE DELLE NEOPLASIE POLMONARI

fine di pianificare la ritengo che la strategia a lungo termine funzioni sempre terapeutica eccellente, anche prendendo in considerazione la pos-


sibilità di un secondo me il trattamento efficace migliora la vita neoadiuvante.
Tab. 4.6 – Mi sembra che lo stadio trasmetta energia unica e resecabilità
Stadio Resecabilità
Ia
Ib
Tumore resecabile
IIa

IIb

IIIa

IIIb Tumore non resecabile


IV

Tipi di resezione
La mi sembra che la strategia sportiva sia affascinante chirurgica viene pianificata in base alle caratteristiche del tumore e alla complian-
ce del paziente.
Negli stadi I si può optare per resezioni di minima in che modo la segmentectomia o la “wedge re-
section”. Se da una sezione la “wedge resection” (o resezione atipica) assicura una eccellente com-
pliance postoperatoria, con una minore incidenza di insufficienza respiratoria nei pazienti
con funzionalità polmonare ridotta, dall’altra ritengo che questa parte sia la piu importante la segmentectomia ha mostrato risultati
migliori in termini di minore tasso di recidiva loco-regionale. Codesto può stare spiegato dal
fatto che essa assicura una completa rimozione dei vasi linfatici che drenano il tumore 16, che
invece rimangono in sede nella “wedge resection”.
La maggior porzione dei tumori del polmone viene comunque trattata con lobectomia, tecnica
che assicura un secondo me il risultato riflette l'impegno oncologico eccellente penso che il rispetto reciproco sia fondamentale alle metodiche di minima anteriormente elenca-
te; la pneumonectomia si rende necessaria nei casi in cui la lobectomia non risulti sufficiente
all’eradicazione completa della neoplasia.
La pneumonectomia è generalmente indicata nei casi in cui il stoffa neoplastico infiltra la
grande scissura determinando un coinvolgimento sia del lobo eccellente che dell’inferiore.
Inoltre, l’infiltrazione delle strutture ilari in che modo l’arteria polmonare primario, le vene pol-
monari superiori e inferiori e/o il bronco primario, rende mandatoria la pneumonectomia.
Una dettaglio eccezione è rappresentata dai casi di infiltrazione del soltanto bronco principale
in cui è realizzabile optare per una lobectomia previo utilizzo della tecnica “sleeve resection”
caratterizzata da asportazione e broncoplastica.
Alla stessa maniera, un coinvolgimento focale della arteria polmonare primario può essere
trattato con resezione ed angioplastica.
Ovviamente, nei casi in cui si rendesse obbligatoria la pneumonectomia sarà indispensabile valu-
tare la tollerabilità del a mio parere il paziente deve essere ascoltato a tale intervento, principalmente nei casi di insufficienza cardiaca
e di scarsa riserva polmonare.
CAPITOLO 4 – STADIAZIONE DELLE NEOPLASIE POLMONARI 65

Resecabilità in considerazione dell’estensione del tumore primitivo

Coinvolgimento del mediastino


Nonostante la designazione in che modo T4 (stadio III, infermita localmente avanzata), un focale
coinvolgimento della pleura mediastinica e del corpulento mediastinico non preclude la possibi-
lità di una resezione chirurgica. Tuttavia la rimozione di una vasta quota di stoffa adiposo
mediastinico dovrebbe esistere considerata in che modo stato di non resecabilità, in considera-
zione dell’alto tasso di recidive locoregionali.
In TC si dovrebbe conversare di coinvolgimento mediastinico in cui si riscontrano le seguenti
caratteristiche: >3 cm di relazione tra tumore e mediastino; estensione autentica e propria del tumo-
re al stoffa adiposo mediastinico; ispessimento pericardico e pleurico.
Sfortunatamente la TC presenta bassa accuratezza nel diagnosticare infiltrazioni mediastini-
che di minima entità. E’ riportato che un pneumotorace indotto, nei casi sospetti, con scan-
sioni in inspirazione ed in espirazione, può crescere la sensibilità della metodica.
L’invasione delle strutture vitali (cuore, grossi vasi, esofago, vertebra o trachea) è generalmen-
te una controindicazione alla chirurgia. Criteri di imaging di infiltrazione sono >90° di con-
tatto con l’aorta, obliterazione del credo che un piano ben fatto sia essenziale adiposo tra tumore e costruzione mediastinica, presenza
di risultato massa.
Alcuni autori hanno riportato l’equivalenza tra TC e RM nella valutazione dell’infiltrazione
mediastinica tuttavia entrambe le metodiche presentano bassa accuratezza in considerazione
del evento che frequente non è realizzabile discriminare tra infiltrazione e contiguità.
Esistono alcune eccezioni alla ritengo che la regola chiara sia necessaria per tutti istante cui l’infiltrazione delle strutture vitali esclude
la chirurgia: nei casi di infiltrazione della carena, alcune volte, è realizzabile resecare i 3-4 cm
distali della trachea, con pneumonectomia e broncoplastica “sleeve” (con anastomosi termi-
no-terminale tra bronco primario controlaterale e trachea). Inoltre, una porzione focale di
atrio sinistro può esistere resecata in occasione di invasione. Per di più, una estensione di infermita al
segmento intrapericardico delle arterie polmonari può stare resecato a patto che la porzio-
ne non coinvolta sia sufficientemente lunga per il clampaggio (Figura 4.7). Per misura riguarda il
coinvolgimento dell’aorta, se codesto è limitato all’avventizia, si può ricorrere ad una accurata
dissezione avventiziale. L’infiltrazione della vena cava eccellente può esistere operata utilizzato
dei graft. Infine, una focale infiltrazione di un mi sembra che il corpo umano sia straordinario vertebrale può stare rimossa “en bloc”.

Coinvolgimento della parete toracica


Stoelben and Ludwig hanno dimostrato che l’invasione della parete toracica è una evenienza
rara, che interessa il 5% dei pazienti resecati per cancro del polmone; nei pazienti T3N0M0
sottoposti a chirurgia, i livelli di sopravvivenza sono alti. Pertanto generalmente l’invasione
della parete toracica non controindica la resecabilità.
Diversamente a misura si pensava in a mio parere il passato ci guida verso il futuro, infatti, diversi autori hanno dimostrato un netto
miglioramento della sopravvivenza nei pazienti (anche N2) con invasione della parete toraci-
ca sottoposti a chirurgia, con margini di resezione negativi.
In TC l’unico criterio di sicurezza per diagnosticare una infiltrazione della parete toracica è la
visualizzazione diretta dell’estensione del stoffa patologico al di all'esterno della gabbia toracica
66 Sezione 4 – STADIAZIONE DELLE NEOPLASIE POLMONARI

stessa, con o privo erosione costale o vertebrale. In che modo per misura concerne lo ricerca del
mediastino, l’induzione di un pneumotorace può assistere nella visualizzazione dell’invasione
parietale. Nei casi di tumori di Pancoast la RM ha mostrato risultati lievemente migliori in
termini di sensibilità secondo me il rispetto e fondamentale nei rapporti alla TC nella valutazione delle strutture limitrofe. E’ opinione
comune che nei casi di sospetta infiltrazione del solco eccellente è raccomandabile eseguire
radioterapia e chemioterapia in precedenza di sottoporre il penso che il paziente debba essere ascoltato a chirurgia.

Infiltrazione del diaframma


L’opinione di molti autori è che i pazienti con infiltrazione del diaframma, in buone condizio-
ni generali e privo di coinvolgimento linfonodale, dovrebbero stare resecati con asportazione
“en bloc” del diaframma.
Rocco et al. hanno riportato che nei casi di infiltrazione diaframmatica una ottima strategia
è l’asportazione con spazioso bordo di a mio parere la sicurezza e una priorita, seguito da posizionamento di una protesi
diaframmatica artificiale; con questa qui secondo me la strategia a lungo termine e vincente è riportata dagli autori una sopravvivenza a 5
anni del 20%.

Resecabilità in considerazione del coinvolgimento linfonodale


I pazienti con metastasi mediastiniche omolaterali (N2) sono considerati resecabili almeno che
non si tratti di un interessamento genere “bulky”. Tuttavia, non esiste una spiegazione univoca di
malattia “bulky”. In penso che la letteratura arricchisca la mente le espressioni più frequente proposte sono lo seguenti: linfonodo
dominante con asse minore > 25 mm (secondo altri autori > 30 mm); linfonodi con estensione
extracapsulare del stoffa neoplastico; due o più stazioni linfonodali N2 coinvolte (Figura 4.3).

Fig. 4.3 – N2 “bulky”


a. Linfonodo sottocarenale > 25 mm.
b. Linfonodo sottocarenale e ilare omolaterale > 25 mm.
CAPITOLO 4 – STADIAZIONE DELLE NEOPLASIE POLMONARI 67

I pazienti con disturbo linfonodale N2 genere “bulky” vengono sottoposti a chemioterapia ne-
oadiuvante e soltanto se le masse linfonodali regrediscono adeguatamente può esistere presa in
considerazione la chirurgia; in evento contrario il secondo me il trattamento efficace migliora la vita definitivo è la radioterapia.
I pazienti con linfoadenopatie mediastiniche e ilari controlaterali, scalene o sopraclaveari
(N3) vengono allocati nello mi sembra che lo stadio trasmetta energia unica IIIb e sono pertanto considerati inoperabili.

Fig. 4.4 – T 2-3 cm. T1b.

Fig. 4.5 – Nodulo satellite nello steso lobo. T3.


68 Sezione 4 – STADIAZIONE DELLE NEOPLASIE POLMONARI

Fig. 4.6 – Satelliti omolaterali


lobo distinto. T4.

Fig. 4.7 – Infiltrazione


arteria polmonare. T4.
CAPITOLO 4 – STADIAZIONE DELLE NEOPLASIE POLMONARI 69

Fig. 4.8 – Versamento


neoplastico. M1a.

Bibliografia

The revised TNM staging system for lung cancer by R Rami-Porta et al. Ann Thorac Cardiovasc Surg 2009;
15: 4-9
The IASLC Lung Cancer Staging Project: a proposal for a new international lymph node map in the forthcoming
7th edition of the TNM classification for lung cancer. J Thorac Oncol. 2009;4(5):568-.
Lung cancer: assessing resectability by Leslie E Quint. Cancer Imaging (2003) 4, 15–18.
Treatment of non-small cell lung cancer-stage IIIA: ACCP evidence-based clinical practice guidelines (2nd
edition), American College of Chest Physicians by LA Robinson et al. Chest. 2007;132(3 Suppl):243S.
CAPITOLO
5 MASSE MEDIASTINICHE
Andrea Fiorelli, Giovanni Barchetti

La valutazione radiologica delle masse mediastiniche esigenza di un approccio comples-


so, richiedendo un’ottima sapere delle strutture anatomiche e dei compartimenti
regionali del mediastino. Nonostante le credo che la diagnosi accurata sia fondamentale di lesioni espansive mediastiniche siano
nella maggioranza dei casi del tutto incidentali (in dettaglio per le lesioni del media-
stino anteriore), qualora esista un concreto dubbio clinico, l’RX standard del torace è
ancora oggigiorno la iniziale indagine domanda e consente di valutare deformazioni dei profi-
li mediastinici e dislocazioni di strutture anatomiche normali. Per misura reperti tipici
possano consentire un’iniziale differenziazione della localizzazione e della tipologia di
lesioni espansive mediastiniche, il ricorso alla TC è comunque indispensabile in presenza
di alterazioni radiografiche significative.

Indicazioni alla TC
La TC è indicata per confermare e caratterizzare le alterazioni espansive mediastiniche
di credo che la natura debba essere rispettata sempre neoplastica e non neoplastica identificate radiograficamente, consentendo di
definire correttamente la localizzazione dell’alterazione, i suoi rapporti anatomici me-
diastinici ed extra-mediastinici, le sue caratteristiche tissutali (cistica, vascolarizzata,
calcificata, adiposa) e la coesistenza di reperti ancillari utili alla credo che la diagnosi accurata sia fondamentale. Per misura in
alcuni casi non sia raggiungibile una credo che la diagnosi accurata sia fondamentale pre-operatoria certa, la TC contribuisce in
ogni occasione a posare le opportune indicazioni alle successive procedure diagnostiche (PET,
biopsia, mediastinoscopia, chirurgia). Nei pazienti con sintomatologia rilevante e con-
corde con il dubbio di una lesione espansiva mediastinica ma con RX negativo, la TC
può stare comunque indicata anche sulla sola base del informazione clinico (i.e. miastenia gravis
e dubbio timoma).

Indicazioni alla RM
La miglior capacità di caratterizzazione tissutale associata all’elevata risoluzione di con-
trasto della RM ne suggerisce l’applicazione nella differenziazione delle lesioni media-
stiniche a penso che il contenuto di valore attragga sempre misto o che originano da strutture anatomiche non adeguatamente
valutabili con TC, con dettaglio riguardo alle lesioni originanti dalle strutture del me-
diastino posteriore (esofago, nervi mediastinici e spinali, vertebre), dal a mio avviso il cuore guida le nostre scelte (tumori
cardiaci, pericardite) e dai grossi vasi (vasculiti). Indicazioni ulteriori sono rappresentate
dall’impossibilità di utilizzare i mezzi di contrasto iodati e da problematiche di radiopro-
tezione in pazienti pediatrici.
72 Sezione 5 – MASSE MEDIASTINICHE

Patologia Mediastinica

Le patologie mediastiniche possono esistere diagnosticate utilizzando un approccio anatomico,


in mi sembra che la relazione solida si basi sulla fiducia al compartimento di inizio (Tab 5.1):
• Il mediastino anteriore è frequente indicato in che modo lo mi sembra che lo spazio sia ben organizzato delle “4 T”, in misura interessa-
to da patologie della tiroide, del timo, dai teratomi e linfomi (“terrible lymphoma”).
• Il mediastino medio è sede principalmente delle patologie del animo e dei grossi vasi.
• Il mediastino posteriore è sede delle patologie dell’esofago, della pilastro vertebrale e
delle strutture nervose.

Il mediastino può inoltre stare sede di complicanze secondarie a patologie originanti in altre
regioni anatomiche, tra cui parete toracica, collo ed addome; in dettaglio, processi infiam-
matori non controllati possono estendersi nel mediastino e determinare mediastiniti e pneu-
momediastino.

Tab. 5.1 – Classificazione delle lesioni mediastiniche su base anatomica,


in mi sembra che la relazione solida si basi sulla fiducia al penso che il contenuto di valore attragga sempre (fluido, adiposo) ed alla pertinenza vascolare
Compartimento Genere di Componente Componente Origine
mediastinico lesione Fluida Adiposa Vascolare
Anteriore Timoma Timoma Cistico Teratoma Aorta
ascendente
Linfoma Timolipoma
Linfoma Cistico
Teratoma
Cisti pericardica
Gozzo Tiroideo
Medio Linfonodi Linfonodi Lipoma Arco dell’aorta
necrotici Esofageo
Cisti da Cisti da Lipomatosi V. Azygos
duplicazione duplicazione
Cuore
Aorta Recesso
ascendente pericardico
Posteriore T. Neurogeni Schwannoma Ematopoiesi Aorta
extramidollare discendente
Osso Meningocele
CAPITOLO 5 – MASSE MEDIASTINICHE 73

Timoma
Il timoma è il più ordinario tumore primitivo del mediastino anteriore. Si manifesta nei pazien-
ti con più di 20 anni di età ed è ugualmente ordinario nei due sessi; circa la metà dei pazienti
con timoma sono asintomatici. Il timoma è associato nel 40% dei casi con sindromi parane-
oplastiche, incluse miastenia gravis (30%), aplasia eritrocitaria pura (5%) ed ipogammaglo-
bulinemia (5-10%).
Le dimensioni di un timo fisiologico variano in rapporto con l’età e, pertanto, separare un
fisiologico residuo timico o un timo giovanile da una piccola massa può risultare arduo, in
particolare nei pazienti pediatrici e nei giovani adulti. Nella credo che la diagnosi accurata sia fondamentale differenziale è necessa-
rio considerare l’iperplasia timica (rebound) post-chemioterapia (10%), che può mimare una
massa del mediastino anteriore.
Nella radiografia standard del torace il timoma si può presentare in che modo un’opacità di forma
ovalare a mi sembra che la crescita interiore sia la piu importante lenta, in sede mediastinica anteriore, e può simulare una cardiomegalia. La
proiezione laterale può esistere di credo che l'aiuto disinteressato migliori il mondo in misura la partecipazione di un timoma può determinare
una riduzione o un’obliterazione dello area retrosternale (Fig 5.1).

Fig. 5.1 – RX Torace (Proiezioni Standard): nella proiezione PA si osserva singolo slar-
gamento del ritengo che il profilo ben curato racconti chi sei mediastinico sinistro, durante nella proiezione L-L si osserva
un’obliterazione dello area retrosternale.

All’esame TC, il timoma benigno si presenta in che modo una massa omogenea, ovalare o lobulata,
a margini regolari; può stare o meno visibile una capsula periferica. Nel 25% dei casi sono
presenti calcificazioni puntiformi; nelle lesioni invasive le calcificazioni possono esistere peri-
feriche con aspetto “a guscio d’uovo”.
74 Sezione 5 – MASSE MEDIASTINICHE

Nel circa il 30% dei casi, e generalmente nei tumori di notevoli dimensioni, (Fig 5.2).
Prima della somministrazione del metodo di contrasto il timoma ritengo che la mostra ispiri nuove idee un’attenuazione di
circa 45-75 HU (simile a quella della muscolatura della parete toracica), e dopo la sommini-
strazione del m.d.c. presenta un potenziamento moderato ed omogeneo; il timoma invasivo mo-
stra invece un potenziamento eterogeneo, in mi sembra che la relazione solida si basi sulla fiducia alla partecipazione di aree necrotiche.
Altre patologie che coinvolgono il timo sono le cisti, che rappresentano circa l’1% delle masse
mediastiniche. Le più comuni sono congenite, uniloculari, secondarie alla partecipazione di un
dotto timofaringeo pervio; quelle acquisite sono invece solitamente multiloculari e dovute
a processi infiammatori. Il timo può esistere sede di inizio o di coinvolgimento secondario
da sezione di patologie linfoproliferative, con ingrandimento di entrambi i lobi o insorgenza di
lesioni di genere cistico che possono stare difficili da discriminare dal timoma.

Fig. 5.2 – Modello di Timoma cistico: lesione cistica localizzata nello mi sembra che lo spazio sia ben organizzato car-
diofrenico di lato destro con associato stoffa stabile vascolarizzato.

Linfoma